Niang al punto più basso: da gennaio obbligatorio risalire

Juventus-Milan è ancora ferma sullo 0-0. I rossoneri dominano gli avversari ma non riescono a trovare il gol del vantaggio. Scocca il 90′ e si va ai tempi supplementari. Montella, che ha già speso un cambio, utilizza i rimanenti al 102′: entrano, nell’ordine, Pasalic, Antonelli e Lapadula. M’Baye Niang resta in panchina, e quando capisce di essere definitivamente escluso sprofonda nel suo guaccone verde. All’esclusione a sorpresa dall’undici titolare, per il francese, si aggiunge l’esclusione totale dal match.

Niang è un valore aggiunto per il Milan di Montella, ha appena compiuto 22 anni e rappresenta una risorsa. Schierato largo a sinistra nel tridente offensivo, il francese offre fisicità, rapidità e potenza: tutte caratteristiche che lo rendono uno dei giovani più interessanti nel panorama europeo. Niang ha persò però brillantezza dopo un inizio di stagione sorprendente. La Supercoppa Italiana trascorsa in panchina è solo la punta dell’iceberg.

Tutto inizia a fine novembre. Contro l’Inter, nel derby, Niang disputa una partita al di sotto delle proprie potenzialità, è pigro in ripegamento su Candreva e non desta ottime impressioni. A Empoli, nel turno successivo, Montella gli concede un turno di riposo e con il Crotone Niang torna titolare. In Milan-Crotone il francese offre però una prestazione sconcertante e ricca di errori. La ciliegina sulla torta? Il calcio di rigore sbagliato nel secondo tempo.

La vittoria ottenuta nel finale grazie al gol di Lapadula mette in secondo piano il momento no di Niang, ma a Roma si torna punto e a capo. Sullo 0-0 il Milan ottiene un calcio di rigore ma, ancora una volta, l’attaccante transalpino spreca tutto facendosi intercettare la battuta da Szczesny. A questo punto Montella non intende forzare la mano: per Niang si aprono le porte della panchina nelle sfide contro Atalanta e Juventus. Sia chiaro, il francese non rischia la cessione. Ma da gennaio il Milan si aspetta che Niang torni a fare la differenza in positivo. Le feste e le due settimane di pausa aiuteranno l’ex Caen a riacquistare la lucidità perduta?

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