Punte con le gambe che tremano. La finale non la decidono loro

Ormai manca da sistemare solo questo a Vincenzo Montella: il feeling col gol delle punte rossonere sembra perso e va ritrovato al più presto. Nella vittoriosa sfida alla Juventus che ha portato in bacheca il 29° trofeo dell’era Berlusconi, la Supercoppa Italiana 2016, il Milan ha dominato sul piano del gioco con la palla a terra e infine nel risultato grazie ai rigori; ma in tutto ciò manca un vero contributo di chi ha giocato da attaccante centrale nel tridente.

Per Carlos Bacca la gara dura 102 minuti. Il colombiano, rientrante dall’infortunio per il big match, ha fatto a sportellate con Rugani e Chiellini per tutta la partita come non aveva mai fatto, come sempre poco coinvolto nella manovra, ma quando chiamato a finalizzare a risposto assente. Incredibile il gol mangiato a un metro dalla porta e sfortunato in almeno altre due circostanze con Buffon che ha dimostrato una volta di più che non è così facile segnargli. Al cambio entra Gianluca Lapadula, uomo d’area, uomo di lotta e risolutore di mischie. Da quando entra non succede nulla, il Milan si spegne e lui arriva sempre secondo sui palloni con buona pace di Rugani che finalmente riesce a tirare il fiato. Pillola che fa sorridere: dopo tutta la querelle dei rigori di Niang, batte quello che al momento è il più importante della sua carriera, e lo sbaglia. Quando si dice l’ironia della sorte.

lapadula-malpensaNon che alla Juventus sia andata meglio: Mandzukic e Higuain non si vedono per tutta la gara, l’argentino addirittura ha la sua prima occasione intorno al sessantesimo; Dybala subentra a Pjanic, crea un po’ di scompiglio ma si spegna subito. A noi piace pensare siano più i meriti dei vari Paletta, Romagnoli, Bertolacci e tutti gli altri. Se la difesa ha dimostrato di avere gli attributi, l’attacco non ha battuto il colpo. La coppa è vinta ma non l’hanno decisa loro.

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