Da riserva a eroe di Supercoppa: l’evoluzione di Mario Pasalic

Da incognita riserva a eroe di Supercoppa: la trasformazione di Pasalic. Dopo un inizio di stagione più ad ombre che a luci, rilegato in panchina, tanto da suscitare nei tifosi e nella critica legittimi dubbi sul suo arruolamento in rosa, il croato in prestito dal Chelsea sta piano piano scalando le gerarchie e ieri sera a Doha contro la Juventus si è conquistato il posto di match winner, insaccando in rete il rigore decisivo che ha portato nella bacheca del Milan il ventinovesimo trofeo dell’era Berlusconi. Entrato in corso ha, come nelle ultime gare di campionato, disputato una buonissima gara, dettando i tempi di gioco e rendendosi anche pericoloso in fase offensiva con imprevedibili inserimenti.

Così, dopo Locatelli, un altro ragazzino sta trovando spazio e si sta rendendo importante nel centrocampo milanista. Il classe ’95, considerando l’infortunio di Montolivo e il momento poco brillante del numero 73 rossonero, sta dimostrando di poter rappresentare una concreta alternativa come play maker di una mediana che, dopo un paio di stagioni di buio profondo, sta finalmente ritrovando idee e fosforo. Buona tecnica, incursioni e personalità sono le caratteristiche che lo stanno rendendo preziosa risorsa per Vincenzo Montella.

Ieri in particolare ottimo l’impatto sulla gara: con i rossoneri in debito di ossigeno nei tempi supplementari, contro comunque una Juventus campionessa d’Italia da cinque stagioni e ancora prima in classifica in campionato, ha permesso respiro al centrocampo milanista, facendo circolare palla e, nel finale, ha anche sfiorato la giocata con un’azione pericolosa dalla sinistra. Poi i rigori: la personalità di prendersi sulle spalle il quinto e ultimo tiro dal dischetto, a ventun’anni, contro un certo Gianluigi Buffon. Palla nel sette, il più forte portiere di sempre spiazzato, Supercoppa italiana al Milan. Se questo non è un segno, poco ci manca.

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