Slitta proprio tutto. Nel bene e nel male…

Per ora slitta tutto. Nel bene e nel male. In questo stranissimo Milan “slitta” tutto. Nel bene dicevamo. Nessuno, sottoscritto compreso, avrebbe mai pensato di arrivare a dicembre secondi in classifica a meno 4 dalla Juve con questa squadra. Tutti, sottoscritto compreso, pensavano e pensano che prima o poi finirà questo “magic moment” , che prima o poi arriverà una fisiologica flessione dovuta a una rosa inadeguata a lottare per i primi tre posti, che prima o poi si faranno sentire infortuni, squalifiche, cali di forma e tensione soprattutto dei tanti giovani e dei giocatori poco avvezzi a gestire il peso della “vittoria a tutti i costi” che si richiede alle squadre di vertice. Probabilmente questo momento arriverà davvero, magari a partire già da lunedì all’Olimpico. Qualche avvisaglia c’è, vedasi i primi tempi di Empoli e Crotone. Ma per il momento la classifica è stupenda e il temuto calo continua a “slittare”. E speriamo “slitti” il più in là possibile.

Non ci illudiamo che possa “slittare” grazie al mercato di gennaio dal quale, come previsto da mesi su queste pagine, non ci aspettiamo granchè. I famosi “100 milioni” che ci avevano decantato i “ben informati” (bisogna capire chi e perché dà loro queste informazioni… anche se non è difficile arrivarci) non arriveranno. Ma chi ci segue da mesi non si era nemmeno mai illuso. Il mercato di gennaio si innescherà solo con la cessione di Bacca e, se non dovesse partire il colombiano, sarà un mercato a “zero euro”. Forse solo con un puntello a centrocampo, figlio dell’infortunio a Montolivo. Non è escluso che il “puntello” possa essere davvero Fabregas. Io credo che alla fine Bacca partirà, con destinazione Paris St. Germain, anzi credo che il definitivo lancio di Lapadula non sia casuale e durerà anche nelle prossime tre partite. Piccola parentesi: Lapa sta facendo benissimo e di gente che lo esalta ce n’è già fin troppa. Noi preferiamo stimolarlo e trovare il pelo nell’uovo: deve stare calmo, non montarsi la testa e soprattutto pensare sempre e solo al bene della squadra. Già lo fa correndo e pressando come un pazzo. Deve farlo anche evitando di urlare addosso a un compagno in difficoltà che si appresta a battere un rigore deciviso. Ma siamo sicuri che l’ha già capito e non a caso si è scusato con Niang e con i compagni. Bravo.

Torniamo allo “slittino”: ora arrivano Roma Atalanta e Juventus. Non siamo in perfette condizioni. Torna Bonaventura, ma non c’è Kucka. Speriamo che il primo passo falso “slitti” in là nel tempo il più possibile, ma il rischio di scivolare c’è. Non ce lo nascondiamo e non drammatizziamo se dovesse capitare.

Ma di “slittamenti” si parla anche in senso negativo. L’argomento lo conoscete. E, se avete avuto da mesi la pazienza di leggerci, sapevate da tempo anche che ci sarebbero stati tutti questi problemi, misteri, incongruenze e… “slittamenti”. Evitiamo di ripercorrere le ultime paradossali tappe. Evitiamo di ribadire l’antipatico “l’avevo detto”. Ora è chiaro a tutti che il 13 (o se preferite “credici”) dicembre andrà in scena l’ennesimo atto di questa piéce. Nessun closing, cioè nessun “passaggio di azioni”, ma solo un’assemblea in cui, forse, perderà la carica uno dei due amministratori delegati. Nessun cinese alle viste, ma qualche altro surrogato che tenterà nell’impresa di versare le ultime gocce di benzina nel serbatoio della propaganda e di convincere una piazza sempre più impaziente e, finalmente, diffidente. Insomma un altro “bluff”, termine che non a caso avevamo utilizzato lo scorso 5 agosto, giorno in cui per tutti o quasi il Milan era già stato venduto ai cinesi. Ci troviamo adesso di fronte ad un nuovo “slittamento” addirittura al 28 febbraio, guarda caso dopo la chiusura del mercato invernale e soprattutto dopo il diciottesimo compleanno di Donnarumma, giorno chiave per il suo complicato rinnovo contrattuale.

Chi, dentro e fuori dal Milan, si augurava un addio di Galliani a dicembre, rimane dunque deluso. Anche se ho visto che, magicamente, la contestazione al vecchio “ad” si è momentaneamente placata. Così come si sono placati gli “out out” dei fassoniani: “O l’uno o l’altro al comando”, si leggeva fino a qualche settimana fa. Ora invece si comincia a sentir parlare di “convivenza” e di Fassone direttore commerciale, ruolo che peraltro si attaglia meglio alla carriera e alle qualità del manager piemontese. Ruolo che permetterebbe, quello sì, un netto miglioramento rispetto alla gestione anomala degli ultimi anni. Anomala come la formula del doppio amministratore delegato. Aspettiamo di vedere che cosa accadrà il “13 dicembre” e aspettiamo quali saranno i prossimi atti della piéce, sempre nell’attesa che si palesino gli attori protagonisti. Con o senza occhi a mandorla.

Piccola postilla, in parole povere e senza pretese di dare a nessuno lezioni di giurispudenza economica e fiscale dal basso della nostra ignoranza. Leggo sempre più frequentemente sui social teorie strane su “rientro di capitali dall’estero”. Tutta roba che nessuno può nemmeno ipotizzare, se non la Procura della Repubblica o la Guardia di Finanza. In molti fanno confusione con un articolo apparso sull’Espresso un anno fa. Nessuno può nemmeno ipotizzare teorie di questo tipo né tantomeno può accostarle alla cessione del Milan, che peraltro non si è ancora concretizzata e non è affatto detto che si concretizzi. Ma è importante chiarire una cosa per chi su questi argomenti è ancora più all’asciutto di noi. Non è scritto in nessuna Costituzione e in nessuna legge che “portare in Italia capitali dall’estero” sia un reato. Possono farlo tutti i cittadini. Basta pagare le tasse.

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