Forlì, il baby Tentoni: “Da piccolo tifavo Milan, Kakà il mio idolo. Ecco i miei tre sogni nel cassetto…”

Tommaso Tentoni, talento classe ’97 in forza al Forlì, in grado di giocare come difensore laterale, esterno alto, interno di centrocampo e seconda punta, ai microfoni di Gianlucadimarzio.com, ha parlato della sua attuale situazione, dei suoi trascorsi all’Atalanta, club proprietario del suo cartellino, e di Milan: “Le mie prime due reti da professionista sono state una grande soddisfazione. Dopo il primo gol, è arrivato subito il secondo: non avrei potuto chiedere di più. Rimarranno indimenticabili. Ma non ho potuto festeggiare più di tanto, perché, a distanza di tre giorni, c’era la partita con la Reggiana e sono dovuto tornare subito ad allenarmi e concentrarmi sulla gara. Lavoro molto sulla concentrazione. Per la preparazione mentale, ho un coach che mi segue, si chiama Niccolò Ferrari. Con lui, preparo la partita durante alcune sedute settimanali. Penso alle azioni, ai gol, agli assist che potrei fare durante la gara e cerco di allenarmi sul campo in modo da farmi trovare pronto il fine settimana. E’ una novità. Per la parte atletica, oltre al preparatore della squadra, ne ho uno esterno. Si tratta di esercizi fatti per irrobustire la parte superiore del corpo, le spalle e le braccia, ma anche le gambe. Si tratta di un lavoro supplementare, rispetto a quello che faccio durante la settimana. Ritengo che, per arrivare ai massimi livelli , anche se ora sono in Lega Pro, debba allenarmi come se fossi Serie A. Nel calcio moderno, vanno curati i dettagli e, con la società che mi assiste, riesco a dare il massimo“.

Sul suo passato: “Da piccolo, ero milanista e impazzivo per Kakà: volevo somigliare a lui. Ho iniziato nell’A.S.A.R Riccione e, dopo un torneo in cui c’era anche l’Atalanta tra le squadre invitate, fui notato da Polistina. Feci un provino con loro e andai anche a segno contro l’Inter. Fui preso e, da lì, è partita la mia storia con l’Atalanta. Ho fatto tutta la trafila, Giovanissimi Nazionali, Allievi Regionali, Allievi Nazionali e un anno di Primavera. Nella Primavera, in molti hanno notato la somiglianza fisica con Florenzi e hanno iniziato a chiamarmi così, soprattutto i miei compagni. Alcuni di loro, adesso, si stanno mettendo in luce in Serie A. Per me, nulla di strano, l’Atalanta è una squadra che crede molto nei giovani. Devi mostrare qualità in campo, ma anche avere qualità morali, dei valori: a Zingonia, ci tengono tantissimo. E’ una palestra di vita: oltre che insegnarti a giocare a calcio, ti insegna a vivere. Durante i primi anni, ho visto giocare Bonaventura: è fortissimo. Ho sfidato in qualche duello Zappacosta. Sono felice della mia esperienza a Bergamo, sebbene non sia stato facile lasciare casa a tredici anni“.

Sul suo ruolo: “Preferisco giocare da mezzala o da esterno di un centrocampo a cinque. Ho avuto la possibilità di ricoprire anche altri ruoli, come quello di esterno basso o di seconda punta. Caratteristiche? Penso la velocità, l’agilità e la resistenza. Tecnica? Non ho osato aggiungerla perché non spetta a me dirlo, ma dicono che sia buona. In cosa devo migliorare? Sicuramente la forza fisica, anche se i giovani come me devono sempre ambire a crescere sotto tutti i punti di vista”. Infine, sui suoi sogni: “Ne ho due, anzi, tre. Giocare in Serie A con l’Atalanta, giocare in Europa, magari nel Milan, visto che da piccolo ero rossonero. Infine, quello più grande è vestire la maglia della Nazionale. Tuttavia, devo tenere i piedi per terra e fare un passo alla volta. Per adesso, mi basterebbe fare almeno cinque o sei gol in campionato, sperando che servano a salvare il Forlì“.

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