Dalla Roma in poi, Milan “da Serie B”: è un problema di squadra. Ecco il paradosso…

Montella sta provando a difendere il Milan dal ritorno dell’oscurità. Quel bicchiere, ancora e caparbiamente visto mezzo pieno, adesso si scontra con una realtà numerica sempre più ingombrante: 3 sconfitte in 8 giorni, una delle quali costata la Coppa Italia; solo 5 punti conquistati dal 12 dicembre; una vittoria in tutto il mese di gennaio; due gol subiti in media a partita dal Torino in poi. E per la prima volta un ko, con l’Udinese, arrivato in rimonta dopo essere passati in vantaggio: brutto segnale.

Un’inversione a U, una classifica rovinata e una mini-classifica shock – dalla 16esima (Roma) alla 22esima giornata – se si considera che i rossoneri sono terzultimi, da retrocessione, nonostante manchi all’appello il recupero di Bologna. Da dove nascono i problemi? Non esiste nessun reparto immune da guai, la risposta generale. A partire dal portiere, che avrà anche dei superpotere ma pure il diritto di sbagliare: Donnarumma ha commesso degli errori, che però magari passerebbero sottotraccia se la squadra non regalasse un tempo agli avversari. Danni anche sulle fasce: Abate, dopo un periodo di splendore, si è opacizzato e a sinistra sembra una lotta a chi si infortuna di più. Meglio in mezzo, “follie” disciplinari a parte. Il centrocampo, come l’anno scorso, è il settore più deficitario perché continua a mancare quella qualità che esalterebbe la filosofia tattica dell’allenatore: l’assenza di Jack – all’occorrenza possibile mezzala – si farà sentire, Locatelli deve avere il tempo di crescere e le mezzali spesso non garantiscono il cambio di passo per fare la differenza. La palla gira lenta e in orizzontale.

Grandi difficoltà, infine, in attacco, sottolinea La Gazzetta dello Sport, dove si nota un’oggettiva fatica a mandare in rete le punte. L’Aeroplanino rimane ottimista, probabilmente confortato dall’indice di pericolosità offensiva (Sics): paradossalmente migliorato dall’Atalanta in poi; mentre è diminuita quello avversario. Segnali incoraggianti, che adesso devo (ri)diventare punti.

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