Deulofeu e nessun piano B. Con Honda eterno (e costoso) mistero…

Deulofeu sì, Deulofeu no. Il Milan sfoglia la margherita e attende novità dall’Inghilterra. La situazione, che ieri sembrava bloccata, si sta lentamente sciogliendo. Secondo le ultime indiscrezioni, infatti, la posizione dell’Everton si sarebbe molto ammorbidita e il club inglese avrebbe aperto ad una soluzione di prestito con diritto di riscatto.

Non più obbligo, quindi, come inizialmente imponevano i Toffees, ma una via di mezzo (il Milan chiedeva il prestito secco) che accontenterebbe un po’ tutti. Le parti, così, sono più vicine, ma l’affare è ancora lontano dalla conclusione visto che il terzo incomodo, il Barcellona, ha il diritto di recompra sul giocatore (clausola valida fino a fine stagione), il che rende l’operazione molto complicata.

Qualora Deulofeu dovesse saltare, il Milan non avrebbe alternative né altri obiettivi. Ed è questo che si stenta a condividere. Se si ammette la necessità di tornare sul mercato per cercare un esterno, non si può vagliare un solo campo ma bisogna almeno preventivare un’alternativa. Cosa che invece la società rossonera e le sue manovre sembrano escludere. Quindi, o Deulofeu o niente. E poi, qualora lo spagnolo arrivasse, non sarebbe comunque un rinforzo risolutivo, visto che la sua permanenza a fine anno sarebbe tutt’altro che certa. Non un progetto a lungo termine, ma solo un rinforzo temporaneo. Importante ma temporaneo. Rinforzo che serve come il pane, al momento, sia per far rifiatare Suso, sia perché il Niang attuale non garantisce certezze, e in panchina c’è bisogno di gente in grado di dare un apporto rilevante.

A questo punto, c’è un’altra domanda senza risposta: perché non dare più spazio, per esempio, a Honda? La gestione del giapponese è alquanto strana: non gioca praticamente mai, è fuori dal progetto di Montella, ma il suo stipendio (circa 2 milioni e mezzo annui) pesa tanto. Visto che è in rosa, andrebbe almeno provato un po’ di più.

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