Berlusconi, Galliani e quello spiacevole silenzio di tomba

Ormai dovremmo esserci. Il 3 marzo prossimo, praticamente tra dieci giorni, dovrebbe essere una data storica per il Milan che, dopo più di trent’anni sotto la Presidenza Berlusconi, passerà ad una nuova proprietà. Non ci sono più smentite, dichiarazioni dubbiose o presagi di ulteriori rinvii, il closing è alle porte e la sensazione, nel bene o nel male, di aprire presto una pagina storica della gloriosa società rossonera non appare più un miraggio. A conti fatti, quindi, quella contro il Sassuolo a Reggio Emilia di domenica prossima, dovrebbe rappresentare l’ultima gara con l’attuale presidenza al comando, mentre la vittoriosa partita contro la Fiorentina può davvero essere stato l’ultimo acuto a San Siro con Silvio Berlusconi alla guida del Milan.

Ultima a San Siro, il teatro di tanti successi, imprese storiche e vittorie memorabili, il tempio perfetto per il Milan più bello e vincente della storia. Normale quindi aspettarsi saluti memorabili, cori e striscioni strazianti di addio e di ringraziamento, presenze importanti allo stadio, dichiarazioni di commiato ad inizio e a fine gara. Normale, certo, ma non scontato. Nulla di tutto ciò invece si è visto ieri a San Siro. Il Meazza è stato solo il luogo in cui il Milan ha vinto meritatamente contro la Fiorentina ed è rimasto agganciato al treno che porta in Europa. Adriano Galliani che esulta per i gol e per la vittoria, nessun coro, nessuno striscione e un’assenza che fa riflettere e discutere: Silvio Berlusconi non era allo stadio. Ma come, il Presidente che ha reso grandissimo il suo Milan non si gusta l’ultima passerella della sua squadra nel suo stadio come proprietario di essa?

Ebbene, è stato proprio così. Berlusconi non c’era, Galliani, invece, come spesso accade nell’ultimo periodo, non ha rilasciato alcuna dichiarazione né prima né dopo il match. Nessun riferimento al closing, nessun saluto, nessun festeggiamento, nessuna dedica. Solo a Montella è toccato l’onere di presentarsi davanti ai microfoni, nel post gara, e ringraziare il presidente e l’attuale dirigenza per il lavoro svolto in questi gloriosi trent’anni. Come è toccato ovviamente ad un vistosamente imbarazzato Vincenzo Montella dover rispondere alla marea di domande sull’argomento in questione. Un silenzio che fa discutere, un silenzio che si avvolge in un alone di mistero e lascia tutti con il fiato sospeso. Infondo, è davvero strano che la società per anni più mediatica e spettacolare e che per anni ha esportato marketing e comunicazione in giro per il Mondo, lasci così senza nemmeno una parola.

 

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