Deulofeu, il 7 non pesa, ma che errore il prestito secco…

Federica Barbi è laureata in Lettere Moderne e Giornalista Pubblicista dal 2012. Collabora con SpazioMilan.it quasi dalla sua nascita, esattamente dall’aprile del 2012. Segue il Milan dalla lontana Torre Annunziata, in provincia di Napoli, ma quando può corre a rifugiarsi a San Siro, per seguire da vicino le vicende rossonere. Attualmente collabora anche con Vesuvio Live e Betclic. 

Dopo di lui, poca roba. E il lui non era mica uno qualunque, il lui in questione era Andriy Shevchenko, uno che l’ha messa dentro “appena” 175 volte con la maglia del Milan. Ma da quando l’ucraino ha lasciato (nel lontano 2006) Milanello, nessuno è riuscito a reggere il paragone con la sua eredità e con il suo numero, il 7. Su di lui si stampava addosso alla perfezione, e in questi undici anni in tanti lo hanno accolto sulle proprie spalle, portandone onore ma soprattutto oneri. I risultati? Scarsi. In 5 (Ricardo Oliveira, Pato, Robinho, Menez e Luiz Adriano) di reti ne hanno realizzate appena 126.

Ora è il turno di Deulofeu, il numero 6 dei successori di Sheva. Lo spagnolo ha cominciato alla grande: i suoi numeri entusiasmano San Siro, il suo gol vittoria con la Fiorentina ha regalato tre punti preziosi al Milan. Deve ancora imparare l’italiano, ma in campo sembra già a suo agio. E quel numero 7 (al momento) non gli pesa affatto. La sua personalità ha già conquistato i più scettici a dimostrazione che il mercato a zero qualche volta paga.

E’ ancora presto, però, per esprimere un giudizio complessivo e definitivo, ma le pagelle provvisorie lo promuovono a pieno. Il problema, però, è il futuro. Si rischia seriamente di perderlo a fine stagione. La minaccia non è solo l’Everton (che voleva cederlo al Milan con obbligo di riscatto) ma soprattutto il Barcellona e quella clausola di recompra che potrebbe complicare l’iter burocratico, ancora più se le prestazioni del giocatore dovessero continuare su questa scia innalzandone il valore del cartellino.

Il prestito secco, quindi, si è già rivelata una mossa sbagliata, che doveva essere evitata soprattutto alla luce della particolare situazione contrattuale dello spagnolo. Così rischiamo di rimettere a nuovo un giocatore e poi vederlo andar via a giugno, oppure doverlo ricomprare a prezzi certamente alti.

Il ragazzo, però, è tranquillo e anche molto equilibrato. Sa di avere un futuro ancora oscuro ma sa di non doverne fare un macigno per il presente. E stavolta chissà, magari anche quella maglia così pesante sarà di buon auspicio (sarebbe anche ora…).

Anche se, non me ne voglia nessuno, nessun 7 sarà mai come quel 7.

Sapete come si dice 7 in ebraico? Shiva, ma si pronuncia Sheva. Se non è destino questo…

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