Coperta troppo corta e mancata programmazione. Si continua a brancolare nel buio

In queste ore è in via di definizione l’accordo tra lo svincolato Martin Caceres ed il Milan. L’ex difensore della Juventus è un centrale che all’occorrenza può agire anche da terzino. Proprio sulle corsie esterne il Milan si è trovato di fronte ad una vera e propria emergenza con De Sciglio, Antonelli e Calabria tutti indisponibili per infortunio. Ecco che la dirigenza rossonera, a mercato chiuso, ha ritenuto opportuno fare affidamento sul mercato degli svincolati e sta per mettere sotto contratto il calciatore uruguayano. Caceres è sempre stata una pedina importante nelle squadre in cui ha giocato, versatile, eclettico e poliedrico, ha vinto cinque scudetti consecutivi con la maglia della Juventus ed è riuscito a farsi apprezzare sia da Antonio Conte, prima, che da Massimiliano Allegri, poi. I dubbi risiedono soprattutto sulla sua condizione fisica e su alcuni atteggiamenti non sempre impeccabili lontano dal campo.

Al di là della bontà dell’operazione Caceres, però, il contesto non può che mettere in risalto una coperta troppo corta, sia dal punto di vista programmatico che dal punto di vista di un mercato ancora una volta insufficiente. Farsi trovare impreparati di fronte agli imprevisti non è comunque un buon segnale. Il Milan, si sa, non vive il periodo migliore della sua storia. L’attesa del closing limita la possibilità di programmare il mercato e la stagione, soprattutto dal punto di vista economico. Il periodo di crisi vissuto dai ragazzi di Vincenzo Montella potrebbe voler dire un altro anno lontano dall’Europa, l’habitat naturale dei rossoneri, dando per scontato che la Champions pare ormai inarrivabile. Gli arrivi di Deulofeu e Ocampos rappresentano buoni colpi, dettati dall’esigenza di sostituire l’esiliato Mbaye Niang, ma probabilmente il tecnico avrebbe avuto bisogno di ben altro per continuare a sperare nell’obiettivo Europa.

E qui si torna sul solito punto dolente. Il problema serio resta una mancanza di programmazione con una politica dei giovani, fatta passare per vera e propria lungimiranza, che è stata frutto più del caso e dalle esigenze che di una vera e propria strategia aziendale. A volte si riesce a costruire delle buone squadre anche con pochi soldi, altre volte addirittura a costo zero. Al momento, quello che tutti temevano, si sta verificando con spaventosa regolarità in questa seconda parte di stagione. Il Milan ha una rosa incompleta, troppo corta e con parecchie lacune in alcune zone fondamentali del campo. Il grande lavoro di Vincenzo Montella e l’esplosione di alcuni giovani hanno fatto rendere la squadra oltre le proprie possibilità e hanno permesso al Milan di navigare nelle zone nobili della classifica.

Il vero problema del Diavolo è da molti anni ormai una mancanza di qualità e sostanza a centrocampo.  Un rinforzo in mediana, dove l’infortunio di Giacomo Bonaventura rischia di pesare come un macigno, sarebbe stato necessario. Non solo. Già in estate sembrava opportuno un rinforzo davanti alal difesa, dove il solo Riccardo Montolivo non dava le giuste garanzie per l’intera stagione. Dopo il grave infortunio occorso al capitano rossonero, l’exploit di Manuel Locatelli ha messo per un po’ le toppe in quella zona del campo. ora, però, il giovanissimo italiano sembra non bastare più. La sensazione è che Montella abbia già spremuto ed ottenuto il massimo con quanto a disposizione, mentre la società brancola nel buio in attesa di scoprire essa stessa il proprio futuro. L’arrivo di Caceres mette una “toppa” ad una falla emersa in questi giorni, ma la nave sembra imbarcare acqua da fin troppo tempo.

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