Deulofeu si racconta: “Adoro Milanello, qui tutto è perfetto. Che danno quei paragoni con Messi…”

È un Deulofeu a 360° quello che si racconta ai colleghi di Forza Milan!, il mensile ufficiale del club. Nell’intervista esclusiva, il talento spagnolo spazia dalle amicizie infantili fino ai progetti futuri, con un presente da vivere tutto rossonero.

Deulo, come lo chiama il pubblico di San Siro, inizia trattando le differenze tra vari campionati. Liga, Premier e Serie A, quanto cambiano tra loro? “Sinceramente non ci ho fatto caso, perchè la mia priorità è la squadra. Penso alle prossime sfide, mi concentro sull’avversario e sono felice quando vince il Milan. Da quando sono diventato professionista, ho messo il calcio in cima ai miei interessi e lo vivo fino in fondo. Non ricordo un momento particolare, ma il calcio mi ha tenuto compagnia fin da piccolo. Ho iniziato a 4 anni seguendo mio padre, anche lui calciatore ma non a livello professionistico. Ricordo che quando arrivavo con lui al campo mi davano un pallone e mi piaceva moltissimo… evidentemente era scritto nel mio destino“.

Dalla Masia di Barcellona a Milanello, ti senti comunque a casa? “Milanello mi piace tantissimo, sia per le strutture sia per l’ambiente. Trovo che sia stupendo allenarsi nel bosco, qui riesci a rilassarti e a staccare la spina. Mi è capitato di starci anche fuori orario: mia moglie è rimasta in Spagna perchè è in dolce attesa e io, vivendo per il momento da solo, ho preferito spesso fermarmi qui a dormire per potermi preparare meglio ai successivi allenamenti. Per me è una grande comodità“.

Quanto hanno influito certi giudizi “da fenomeno” nel corso della carriera? “Alla  fine sono stati più danno che un vantaggio. Di solito non leggo i giornali ma quel titolo a cui ti riferisci lo ricordo molto bene e ha finito per nuocermi, suscitando troppe aspettative tra i tifosi del Barcellona. Ero molto giovane, stavo facendo il lavoro che mi piaceva cercando di migliorare sotto tutti i punti di vista ma quel titolo creò un’immagine di me che non corrispondeva alla realtà, un’etichetta difficile da togliere. Perché di Messi ce n’è uno solo“.

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