Milan tutto orgoglio, personalità e Gigio. Ma a vincere è un rigore “dubbio”

Delusione, impotenza e rabbia. E’ amarissimo l’anticipo di campionato dello Juventus Stadium per il Milan e per i milanisti, sconfitti da una Vecchia Signora superiore ma vittoriosa solo al 97′, grazie a un contestatissimo rigore di Dybala. Il Diavolo è stato capace di mantenersi compatto ed equilibrato – e difficile da penetrare, grazie al solito fenomenale Donnarumma – oltre che di far male nelle poche chance create, con un Bacca tornato letale nei sedici metri e il resto dei compagni coraggiosi nel non “consegnarsi” a un avversario dominante, in una partita di orgoglio e qualità per i rossoneri. Ed è questo il motivo del mix di frustazione e ira del Milan: veder sfumare un prezioso pareggio oltre il recupero, ma soprattutto su un episodio a dir poco controverso. Una beffa a pieno titolo per Montella e i suoi ragazzi, “castigati” oltre lo scadere da un penaltyche lascia più di un dubbio. E che ha scatenato, come sempre, un vespaio infinito di polemiche.

La partita, prima del fatto clou del 95′, è stata piacevole e vibrante. La Juventus è squadra di altra caratura rispetto al Milan, e i valori sono ben visibili in campo: i ragazzi di Allegri sono padroni della gara, soprattutto grazie a una cifra tecnica più alta e a uno strapotere fisico evidente. Ma il Diavolo, nonostante il gap, tiene bene il campo. E’ compatto ed equilibrato, palleggia con disinvoltura e gioca sempre il pallone in ogni zona del campo con personalità, ma soprattutto colpisce quando ha spazio: basta un solo letale contropiede del tandem Deulofeu-Bacca per acciuffare l’iniziale vantaggio di Benatia. Anche la ripresa è aperta e viva: la Juve vuole e deve vincere, il Milan cerca di contenere ma non disdegna le ripartenze. Higuain e compagni mettono in campo la loro proverbiale cattiveria e determinazione, ma i tentativi risultano vani: pesano l’imprecisione sotto porta degli avanti bianconeri (e un pizzico di buona sorte), ma soprattutto le prodezze del divino Gigio Donnarumma. I berlusconiani restano a galla, accarezzano un pari d’oro, ma l’espulsione di Sosa e il controverso tocco di mano di De Sciglio dell’ultimo secondo stravolgono i piani: Massa concede il rigore, Dybala lo trasforma e il sogno rossonero si infrange.

Dunque: siamo di fronte alla “solita” Juventus, aiutata e spinta dagli arbitri nei momenti di difficoltà? Non proprio. Attenzione: gli episodi, in particolare nei momenti cruciali della gara, fanno sempre la differenza. E così è stato anche ieri sera, con il contestato penalty bianconero che ha deciso il match ma che non è inventato di sana pianta: a rigor di regolamento è quasi “giustificabile”. Ma ha pesato più di quanto non abbia fatto il contatto del primo tempo Dybala-Zapata – il classico rigore da moviola, in cui il tocco è netto se rivisto con l’ausilio di replay e lenti d’ingrandimento – o della rete in fuorigioco di Bacca, oltre la linea con appena uno scarpino e dunque tollerabile, secondo il principio del “in doubt, no flag“. L’amarezza rossonera è comprensibile: il Milan ha giocato con coraggio e personalità, contendendosi i tre punti in casa della squadra schiacciasassi della Serie A e arrivando a un passo da un risultato prestigioso. E comunque “il rigore dev’essere una cosa seria”, ama ripetere lo stimato ex arbitro e designatore, oggi opinionista, Paolo Casarin; a maggior ragione, aggiungiamo noi, se concesso a tempo scaduto e in un match rovente come Juventus-Milan. Siamo sicuri che quello di ieri sera lo fosse?

Impostazioni privacy