Closing dell’altro mondo: l’unica vittima è il tifoso

Sono state scritte tante, troppe cose su questo maledetto passaggio di proprietà del Milan che forse questo ennesimo rinvio del closing non fa neanche più notizia. La gestione di questa vendita è stata assolutamente negativa, una trattativa infarcita di misteri, dubbi, domande e mai uno straccio di risposta, pochissimi i volti della cordata, nulle le rassicurazioni.

Chi paga alla fine tanto sono sempre e solo i tifosi, vere vittime di questa barzelletta interplanetaria, che di solito iniziano con ‘ci sono un italiano, un francese e un inglese…‘, mentre questa ha come protagonisti un club glorioso e dei fantomatici cinesi. Ormai non è neanche più rabbia quella che attraversa il cuore di chi ama questa maglia che si sono sentiti presi in giro. Ormai i sentimenti più forti sono un misto tra delusione e rassegnazione, come quando una speranza data per certa ti viene cancellata sul più bello. Fa male, malissimo e non è giusto che sia andata così. I modi usati non possono essere accettati da un popolo che ha sempre amato e sostenuto questi colori, anche nei momenti più bui del Diavolo, come la Serie B. Ma ora si è andati oltre, è mancato il rispetto. E’ mancata dall’inizio la chiarezza, la sola cosa che serviva e che chiedevamo. Il popolo rossonero era pronto a sostenere questi ragazzi senza ambizioni di Scudetti o Champions se lo si fosse detto in maniera limpida, senza titoloni di ritorno al Grande Milan, senza tour per gli stadi europei in cerca dei più grandi giocatori in circolazione dei nuovi dirigenti. 

Oggi arriverà l’ufficialità della proroga del closing da parte di SES che dovrebbe chiudersi tra il 31 marzo e il 7 aprile. Ma mai come in questo caso il condizionale è d’obbligo e mai come in questo caso non credere al lieto fine è lecito. Che poi quale sia questo lieto fine non riusciamo neanche a immaginarlo. C’è una sola vittima in tutta questa triste storia. Se tutto andrà come ormai si prospetta potremmo comunque raggiungere un primato: questa, con tutta probabilità, sarà l’unica barzelletta che non terminerà con il rumore di fragorose risate.

 

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