
Il Milan campione d’Italia nel maggio 1988 festeggia per due giorni e poi comincia a pensare. Il Club non è più protagonista nella massima competizione europea dal trionfo contro l’Ajax di Cruyff ormai datato 28 maggio 1969: da quel momento, il Milan ha superato un solo turno di Coppa dei Campioni, nel settembre 1969 contro i lussemburghesi dell’Avenir Beggen. Troppo poco. Quando non si è stati competitivi ad alto livello in una Coppa dei Campioni per 20 anni, urge una cura intensiva. E la società di Silvio Berlusconi si tuffa di testa nel grande clima europeo: una vittoria all’Old Trafford subito dopo il trionfo in Campionato, un’altra a San Siro contro il Real Madrid sempre nel maggio 1988, poi la campagna estiva: spettacolo a Wembley contro Bayern Monaco e Tottenham Hotspurs, al Philips Stadion contro il PSV fresco di titolo europeo, quindi il Bernabeu.
“Andammo a Madrid – racconta il capitano ad acmilan.com – per il Trofeo Santiago Bernabeu. Per noi era importante perchè cinque giorni dopo, avremmo esordito in Coppa dei Campioni a Sofia contro il Vitocha. Era importante l’esperienza europea in quel momento, anche perchè per via degli impegni olimpici di Seul, il Campionato sarebbe iniziato un mese più tardi, ad ottobre. Per me era la prima volta in quel grande stadio, entrai a inizio ripresa al posto di Billy, loro erano al completo. Vincemmo tre a zero contro il grande Real, ma Arrigo non voleva che ci illudessimo e continuava a battere sugli errori che avevamo fatto nonostante la vittoria e i gol di Roberto, di Mannari e di Paolo”.
IL MOMENTO DEL SORTEGGIO
5 APRILE 1989: REAL-MILAN, LA PARTITA
Franco Baresi ancora oggi la racconta come se la stessa rigiocando: “Soffrimmo, non fu una partita facile. Sembrava che gli episodi si divertissero a non premiare il nostro gioco. Era la prima volta che una squadra italiana, già nel primo tempo, controllava il gioco sul campo del Real Madrid come se stesse giocando in casa propria, eppure venimmo puniti due volte. Prima il loro gol con Hugo Sanchez sullo sviluppo di un calcio d’angolo, poi la rete regolare annullata a Gullit. Avremmo potuto smarrirci, perdere il filo, eppure riuscimmo sempre a pensare di continuare a fare la nostra partita come sapevamo. Dopo il gol di Van Basten, finì come tutti sappiamo 1-1 ma eravamo molto soddisfatti del nostro gioco, della nostra prestazione. Negli spogliatoi eravamo contenti non tanto per il risultato che non ci premiava del tutto, ma per come ci eravamo espressi. Avevamo capito a Madrid che a San Siro avremmo potuto giocarcela alla pari. Naturalmente Sacchi negli spogliatoi ci disse che non avevamo ancora fatto nulla, che ci aspettava una durissima gara di ritorno, nel post-partita era già sul pezzo come se nulla fosse accaduto. Ma dentro di noi stava succedendo qualcosa. Dopo le due partite con la Stella Rossa e le due con il Werder Brema, ci sembrava di aver perso brillantezza in Europa. Invece al Bernabeu avevamo capito che eravamo davvero sul punto di cambiare la Storia. E tutti i tifosi erano con noi”.
REAL MADRID-MILAN 1-1, I GIORNALI ITALIANI
fonte: acmilan.com
This post was last modified on 6 Aprile 2017 - 14:59