Squadra e società, ora o mai più. Il Milan è ad un bivio

Mancano nove partite alla fine di questa stagione, mancano due mesi per capire che ne sarà del Milan che verrà e che futuro ci aspetta. Sia dal punto di vista societario che da quello strettamente calcistico è arrivato il momento della resa dei conti, il momento in cui bisognerà capire cosa vogliamo fare da grandi e cosa ci dobbiamo attendere già a partire dalla prossima stagione. Europa League diretta, o passando dai preliminari, o l’ennesima stagione senza vetrina europea (sarebbe la quarta consecutiva e difficilmente si può trovare un record così negativo se si pensa al recente passato). Una nuova società con nuovi capitali e nuovi investitori o ancora la famiglia Berlusconi a guidare (controvoglia) tutto il baraccone e Adriano Galliani a fare e disfare a proprio piacimento tutto ciò che concerne la parte calcistica?

Sono queste le due partite più importanti che il Milan si troverà a giocare nei prossimi due mesi, ma già nel mese che è appena cominciato si capirà bene come potranno finire i due match. Cominciando da ciò che concerne il campo i rossoneri si trovano di fronte a nove partite decisive in cui bisogna raccogliere più punti possibili per raggiungere l’obiettivo Europa League. La classifica dice che quinto e sesto posto sono distanti appena due punti, ad appena quattro punti invece ecco la quarta piazza. Arrivare sesti significherebbe cominciare la preparazione prestissimo e andare a fare trasferte insidiose già a fine luglio. In questo modo la stagione non si potrebbe preparare al meglio, quindi occhio al quinto posto che sarebbe una manna dal cielo. L’Atalanta (distante solo due punti) è alla portata di questo Milan, l’Inter un po’ meno, ma c’è un derby, quindi tutto è possibile. La Lazio è a quattro punti, ma ha una Coppa Italia ancora da giocarsi, uno scontro diretto in cui siamo avanti ed un calendario molto insidioso.

Il Milan, invece, dal canto suo ha un paio di partite complicate (Roma e Inter) poi ha proprio l’Atalanta a Bergamo, per il resto affronterà sei partite più abbordabili in cui i tre punti diventano obbligatori. Un piazzamento diretto in Europa League potrebbe essere una svolta anche per il futuro mercato ed un punto di partenza per puntare, in futuro, all’Europa più nobile. Conti, calcoli, statistiche che lasciano il tempo che trovano e che saranno comunque condizionate da quello che succederà entro metà aprile. Closing o non closing? Questo resta il dubbio più importante, la partita che deve sbloccarsi per permettere un futuro diverso dal presente, e dal passato recentissimo, al Milan e a tutti i milanisti. Poi bisognerà constatare la serietà e la bontà dei nuovi investitori e della nuova società, ma questa è tutta un’altra storia.

Per fare un Milan grande ci vorrà la volontà e la possibilità. Ecco, il primo è il motivo per cui negli ultimi anni la società che ci ha reso i migliori al Mondo per tanti anni, ci ha poi abbandonati nell’oblio più totale, tra bugie e speculazioni. Le possibilità economiche saranno un ingrediente indispensabile per fare un mercato che possa far tornare il Milan ad essere competitivo, ma che prima di tutto deve permettere alla squadra di poter contare su quei tre o quattro elementi che rappresentano la base di partenza su cui ripartire. Donnarumma, Romagnoli, Suso, Locatelli, Bonaventura, magari la conferma di Deulofeu, sono questi i pochi punti fermi da cui non si può prescindere e che sono a rischio fuga se la situazione non dovesse sbloccarsi. Berlusconi ha più volte detto che, se dovesse restare, punterebbe tutto su un Milan giovane e italiano, ma campioni come Donnarumma sono più un caso che un frutto reale di una programmazione ed un lavoro certosino sui giovani: Trovarne di validi e già pronti non è facile e far partire quelli che già ci sono sarebbe davvero un reato.

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