Errare è umano, perseverare è diabolico: l’anno scorso l’Europa sfumò con le piccole, ora non è più consentito

La sconfitta casalinga contro l’Empoli è stata per il Milan come un brutto incubo che ti scuote anche appena sveglio. Purtroppo questo è tutto vero, il Diavolo poteva blindare il sesto posto, dire praticamente addio ai cugini interisti e mettere la freccia con vista quarto posto. Invece i due schiaffi di Mchelidze e Thiam hanno riportato tutti sulla terra e hanno fatto risucchiare il Milan nella lotta per l’ultimo posto valido per l’Europa League.

Montella nel post gara ha dichiarato che la squadra non poteva creare di più, che a volte nel calcio si perde quando non si merita ma contro l’ultimo attacco della Serie A, a San Siro, si doveva vincere. Punto. Le analisi stanno a zero. Il rischio di buttare via l’ennesima stagione ora è concreto e lo spettro di non giocare in settimana neanche l’anno prossimo è tornato più vivo che mai. Da facile il calendario è diventato impegnativo. La trasferta contro il rinato Crotone nasconde più insidie di quante la posizione in classifica dei calabresi potrebbe far pensare, poi la Roma che lotta per la seconda piazza e lo scontro diretto con l’Atalanta a Bergamo. Un trittico fondamentale con un margine d’errore che non esiste.

L’anno scorso l’Europa League sfumò contro le piccole, solo due punti con le tre retrocesse Carpi, Frosinone e Verona: il Sassuolo ringraziò, superò i rossoneri e tanti saluti alla squadra guidata da Brocchi. Sembra passata una vita fa, sono trascorsi solo 12 mesi. Anche allora serpeggiava l’idea di una poca ‘voglia’ di affrontare due preliminari in estate a fronte di una tournée ben remunerata in Asia. Un pensiero al quale non abbiamo mai creduto e al quale non crediamo nemmeno ora, altrimenti non saremmo qui a scrivere di calcio e di Milan. Certo il solo punto conquistato con Pescra e Empoli ha compromesso i piani rossoneri che ora dovranno fare gli straordinari per tornare nel loro habitat ordinario.

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