Pescara amara: tutti i perché

Passo falso nella corsa all’Europa. Il Milan non sfonda all’Adriatico e il fanalino di coda Pescara riesce a strappare un pari figlio di orgoglio e buona sorte. Un 1-1 che conta poco per la zona salvezza, nonostante il clamoroso rallentamento dell’Empoli, ma che rischia di pesare (e non poco) per i piazzamenti appena sotto al podio. Perché il Diavolo, ora, rischia di staccarsi di netto dai posti Europa League: -6 dalla Lazio e -4 dall’Atalanta sono distanze preoccupanti. E l’Inter, domani, avrà l’occasione di ricacciare ufficialmente i cugini a -4 dal 6^ posto: gap non irreversibile, certo, ma che rischia di zavorrare i rossoneri da qui alla fine del campionato. E poco importa se il Milan, secondo Montella, avrebbe meritato di vincere ai punti.

L’Aeroplanino era stato profetico: guai a sottovalutare il Pescara, seppur ultimo e desolante, alle prese con una stagione funesta. Perché il Delfino è una squadra con valori superiori a quelli espressi dalla classifica; perché, seppur altamente discontinuo e lunatico, può imbeccare la giornata giusta e far male; perché allenati da un maestro di calcio come Zdenek Zeman. Che ha realizzato al proprio collega un pesce d’aprile in ritardo: gli abruzzesi sono piaciuti per intensità, coraggio e applicazione, riuscendo con generosità e garra ad appannare Bacca e compagni. Anche se è vero, dall’altro lato, che il Milan ha giocato al di sotto delle aspettative, senza perlomeno proporre quel gioco visto negli ultimi mesi: non spettacolare e non del tutto convincente, ma concreto ed efficace. E oggi, all’Adriatico, il Diavolo non è stato né l’uno né l’altro.

Ma le analisi, come sempre, devono essere il più equilibrate e misurate possibili. Ed è evidente che il Milan, seppur insufficiente e brutto per larga parte del match, sia stato sfortunato (ma anche colpevolmente impreciso) sotto porta e sia stato “punito” da un infortunio del duo Paletta-Donnarumma. L’errore di Gigio è marchiano, non da lui, ma è assolutamente “scusabile” all’interno di una stagione e in un più generale percorso di crescita. Deus ex machina rossonero, potenziale fuoriclasse, ma umano: oggi abbiamo imparato che anche Donnarumma può sbagliare. Una vittoria in rimonta sarebbe stata vista come una prova di forza non indifferente, l’1-1 che ne è uscito viene (giustamente) criticato all’unisono. Ma ora testa al Palermo, alla gara più importante di questo rush finale: serve scongiurare un Derby della Madonnina da ultima spiaggia europea.

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