Idee, programmazione, futuro. Il Milan torna alla normalità

Abbiamo letto tutti le dichiarazioni di Paolo Maldini che, nella giornata di ieri, ha chiuso definitivamente ad un suo ritorno in rossonero con il ruolo di dirigente e ha rinnovato i suoi dubbi in merito alla nuova società e al nuovo progetto. Peccato. Il Milan che sta per nascere avrebbe avuto bisogno di una figura dirigenziale di spessore, una figura che funga da continuità tra il grande Milan che è stato e quello che potrà essere, uno che incarni il dna rossonero e che sarebbe potuto essere la figura di connessione tra i nuovi dirigenti e i calciatori. Lo storico ex capitano rossonero ha detto ancora una volta no e ha palesato la sua mancanza di fiducia verso il nuovo Milan. Chi vi parla crede vivamente che Paolo abbia sbagliato per tante ragioni. Il Milan dovrebbe essere una ragione di sentimenti e se ti sta veramente a cuore ci torni anche a piedi, in più se davvero ami la maglia e ci sei rimasto legato, potresti spiegare perché non credi nel nuovo progetto e, magari, aprire gli occhi a tutti i tifosi rossoneri. Se, invece, come penso, la decisione sia stata presa per invidia di un ruolo dirigenziale che ti stava troppo stretto, anche tu, grande bandiera e simbolo di un Milan che non c’è più, hai perso l’ennesima occasione di stare zitto.

Lasciando da parte la piccola parentesi su una vecchia bandiera che non ha avuto la voglia di rappresentare il Milan, torniamo alla realtà dei giorni nostri. In questo momento il Milan non ha bisogno di bandiere. Certo, uno che conosce l’ambiente, stimato da tutti e che potrebbe spiegare a squadra e società cosa significa essere milanisti, sarebbe un’ottima base da cui ripartire, ma al momento gli unici elementi indispensabile devono essere la competenza, la programmazione e le idee. Per queste peculiarità bastano un paio di figure capaci, un paio di professionisti stipendiati che lavorino e si occupino di Milan 24 ore al giorno. Marco Fassone e Massimilano Mirabelli, a mio modesto avviso, rappresentano tutto ciò di cui il Milan ha bisogno. Con dei proprietari intenzionati ad investire per il Milan e le cifre promesse per il mercato, possono davvero rappresentare il futuro del Diavolo.

In questi giorni il tifoso del Milan si trova di fronte a voci di mercato, ipotesi di acquisti, trattative per rinnovi e dialoghi tra dirigenti e procuratori. Il che rappresenta una novità assoluta a cui nessuno era più abituato. Gli appuntamenti con i procuratori dei vari Suso e Donnarumma per il loro rinnovo, le trattative già ben avviate, in qualche caso quasi concluse, per l’arrivo di Musacchio e Kessie, le voci su interessamenti per i vari Fabregas, Morata, Benzema, Kalinic, Goulham. Alzi la mano chi negli ultimi anni era abituato a determinate notizie ad aprile, o inizio maggio, ben due mesi prima dall’apertura del calciomercato estivo. Le cene da Giannino con l’amico Presidente o procuratore di turno, le continue dichiarazioni a tv e giornalisti di turno, sembrano ormai un vecchio sbiadito ricordo e, finalmente, al Milan si sta cominciando a programmare il futuro.

Proprio la programmazione, le idee, la lungimiranza, sono stati gli elementi che sono terribilmente mancati al recentissimo Milan. Ora, ed i prossimi mesi potranno solo avvalorare la mia tesi, si parla poco e si agisce tanto. La presenza costante in tutti gli stadi di Italia e d’Europa per assistere a questo o quell’altro obiettivo di mercato, le idee chiare su cosa serve alla squadra per tornare ad essere competitiva, le trattative avviate per tempo: sembra quasi di assistere ad eventi normalissimi che al vecchio Milan erano diventate eccezioni. D’altronde non può essere una sorpresa. Già molto prima del closing, infatti, Fassone e Mirabelli avevano cominciato a lavorare per il Milan, per un nuovo progetto che per tanti è cominciato meno di un mese fa, ma che per loro va avanti da settembre. Il lavoro paga sempre e l’umiltà, la serietà e la professionalità con cui questa gente si è affacciata in questa nuova esperienza, valgono molto di più di qualche scelta e qualche acquisto sbagliato che nei prossimi mesi potrebbe far storcere il naso alle vedove di Galliani e Berlusconi.

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