Sono due i luoghi della sconfitta rossoneri. Di Verona si sa tutto, è fatale e ciclica. Istanbul no, è sfuggente e misteriosa. Nessuno, 12 anni dopo, tutt’altro che un’eternità, si capacita di come sia potuta accadere. Proprio in quel modo. Una analisi impossibile, soprattutto perchè per andare in profondità bisogna ricordare uno ad uno i dettagli, le sfumature di quella notte e ben presto si raggiunge il limite. Però a Istanbul non possiamo sfuggire, c’è, esiste, fa parte della storia del Milan. Tutti i tifosi rossoneri fanno i conti, saltabeccando col pensiero fra un ricordo e l’altro, con quello che hanno provato quella sera, come l’hanno provato, con chi l’hanno provato. È una data, un giorno della nostra vita che anche la storiografia ufficiale deve metabolizzare. Per essere vera e credibile, la storia di un grande Club non può essere immune dalle sconfitte. Se così fosse sarebbe plastica e il calcio invece è vita all’ennesima potenza.
IL MILAN È TORNATO DA ISTANBUL
IL MILAN HA IMPARATO DA ISTANBUL
Dopo l’incubo del 3-0 diventato 3-3, il Milan non sarà mai più sicuro e padrone della situazione in campo. Era la sentenza degli avversari, Milan choccato, Milan sotto ipnosi. All’inizio era proprio così. La squadra di fine estate 2005 giocava, andava ad Ascoli, a Genova, ma sembrava stranita, ancora pervasa da brividi di rimpianto e di paura. Non è stata immediata, poi però è arrivata. La scorza. La pelle dura. Quell’anelito salvavita che ti fa vacillare, ma mai più cadere. Dopo Istanbul, niente ha fatto più male al Milan. Non ha fatto male il gol annullato a Sheva a Barcellona in semifinale, e poi tutto il resto. Calciopoli? Non fa male. L’anatema dell’UEFA dell’agosto 2006? Non fa male. Il 13° posto in classifica del novembre 2006? Non fa male. Nemmeno Van Buyten e Rooney fanno male. Grazie a Istanbul, il Milan sarebbe diventato un granitico, giubbotto anti-proiettile. Come il Liverpool di Atene ben sa. Istanbul sei stata devastante, crudele, ma 12 anni dopo, qualcosa abbiamo capito. Il nostro non è un grazie, ma un qua la mano. Senza rancore.
fonte: acmilan.com
This post was last modified on 25 Maggio 2017 - 18:44