E alla fine… Milano siamo ancora noi

I confronti diretti ci hanno restituito una totale parità: 2-2 all’andata, 2-2 al ritorno. Eppure oggi, a quattro giornate dalla fine del campionato, possiamo realmente affermare “Milano siamo noi“. Non voglio, infatti, analizzare oggi le magagne di questo Milan che all’inizio della stagione non era nemmeno troppo accreditato per stare in quel sesto posto dove si trova oggi. Vorrei guardare per un attimo il proverbiale “bicchiere mezzo pieno”. Con fatti concreti.

Oggi il Milan di Montella ha sei punti in più della gestione Mihajlovic-Brocchi della passata stagione. E’ in corsa per tornare in Europa, almeno dalla porta secondaria dell’Europa League. Ha messo in bacheca un trofeo dopo oltre cinque anni (dove sono i profeti che a Natale decantavano l’impresa di Doha contro la super Juve?). E comunque sta davanti all’Inter che solo due mesi fa sembrava addirittura poter insidiare il primato dei bianconeri di Allegri. Non solo. Visto il calendario, le probabilità di finire davanti ai nerazzurri sono assolutamente elevate.

Magre consolazioni, per qualcuno. Ma ricordo quel che si diceva la scorsa estate e come qualcuno guardava Vincenzo Montella come l’ennesimo martire destinato al fallimento dopo i vari Seedorf, Inzaghi e compagnia cantante. Questo Milan ha comunque una base per ripartire, non solo di giocatori, ma di idee. Probabilmente la sbornia della Supercoppa, prima, e gli incoraggianti risultati dell’autunno, ancora prima, avevano illuso qualcuno che si fosse pronti per il ritorno in Champions. Non poteva andare in quel modo, ma è andata comunque bene. Aspettiamo le prossime quattro gare, con dodici punti in palio e qualche soddisfazione ancora da toglierci. Poi faremo i conti, coi bilanci di fine stagione e col mercato. In attesa di vedere davvero chi partirà e chi arriverà. Sarà un’estate di verità. Finalmente.

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