Pato: “Ho il Milan nel cuore, ma sono dovuto andar via per guarire. Contento dei nuovi cinesi e a Donnarumma dico…”

L’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport ha realizzato una lunga intervista con Alexandre Pato, ex attaccante del Milan oggi ai cinesi del Tianjin Quanjian. L’attaccante brasiliano ha parlato del suo passato rossonero, del suo presente in Estremo Oriente e del futuro, che potrebbe essere di nuovo in Italia: “Berlusconi per due volte ha cercato di trattenermi. La prima nel gennaio 2012: non andare al Psg non fu una mia scelta. Barbara mi disse che suo padre voleva parlarmi, il presidente mi chiamò mentre facevo colazione e mi disse: ‘Tu non andrai via, sei il nostro simbolo’. Ho rispettato la sua volontà. Tuttavia, continuavo ad avere problemi fisici. Per Berlusconi ero sempre incedibile, ma andai da lui e lo convinsi. Gli dissi che era per il mio bene. Dovevo ritrovare fiducia nel mio corpo. Qualcuno, anche nel Milan, mi disse che non sarei più riuscito a giocare, ma io sapevo che non era così. Per questo sono andato via. Dovevo cambiare modo di allenarmi e i tempi di recupero. Al Corinthians in 20 giorni mi hanno modificato la preparazione e ho ricominciato a stare bene. Ancelotti per me è stato un mentore, mentre con Allegri c’era solo un rapporto giocatore-allenatore, zero contatti fuori dal campo. Però i più vincenti, anche in Europa, sono quelli che creano empatia con i loro uomini: Ancelotti ne è la dimostrazione“.

E del Milan attuale cosa pensa? “Non so chi siano di preciso i nuovi proprietari, ma posso dire che qui c’è una grande passione per il calcio. Lo studiano e hanno denaro da investire. Sono già una grande potenza a livello economico e vogliono diventarlo anche nel pallone. Ho giocato nel Milan di Berlusconi, con cui ho avuto un rapporto molto stretto, se il Milan è così amato nel mondo è grazie a lui. Però il club aveva bisogno di un investimento importante. Sono contento che siano entrati e che stiano già facendo acquisti. Qui si parla molto del Milan: vorrei che tornasse quello di 5-6 anni fa. La vicenda Donnarumma? Ha solo 18 anni ma un grande talento ed è seguito da un procuratore molto intelligente. Di certo avrà le sue ragioni: sta facendo ciò che sente. Io a 17 anni ho avuto l’opportunità di andare al Real ma ho scelto il Milan, che in quel momento era la squadra più seguita e più titolata. Ora è diverso, è un altro Milan. Ancelotti mi diceva che i bravi devono stare con i bravi. Chi è forte va in campo indipendentemente dall’età: io a 17 anni giocavo con Seedorf, Pirlo, Maldini, Kakà e tanti altri…

La conclusione è sul suo futuro: “Sono innamorato dell’Italia: oggi sto bene qui in Cina e sono felice di contribuire a questo progetto di sviluppo del calcio, in futuro chissà. All’Inter direi sì, perché no? Sono un professionista“.

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