
Duecentocinquanta milioni e passa di campagna acquisti non se li aspettava nessuno. Nemmeno il più ottimista dei “closinghisti” della prima ora. Nemmeno l’endorsement social della premiata ditta Community-Fassone aveva mai previsto un flusso di denaro di questa portata. Tra stampa fiancheggiatrice e siti adulatori si parlava di 50 o 100, al massimo, da mettere sul mercato per rafforzare la rosa. Nessuno si era mai spinto così in là. Addirittura Fassone, nella conferenza stampa post-closing parlava di due elementi affermati e tre-quattro ottime promesse. E invece siamo andati molto oltre. Addirittura dieci colpi. Nessuno sotto i 20 milioni. E manca ancora il centravanti che, teoricamente è quello che costa di più. E che potrebbe far salire l’addebito di questa “American Express” senza plafond a una cifra vicino ai 300 milioni. Roba da capogiro. Soprattutto se pensiamo che per un anno e passa gli attuali proprietari del Milan (dobbiamo ancora capire chi ha messo i soldi in questa Rossoneri Lux del Lussemburgo) hanno rateizzato le caparre e, ci hanno raccontato, facevano fatica a mettere insieme i famosi 700 milioni per acquisire il 99% del pacchetto azionario. Risultava difficile pensare che questa “cordata” di investitori facesse fatica a tirar fuori 700 milioni (non a caso se n’è fatti prestare più di 300) e poi ne avesse a disposizione 250 sull’unghia per il mercato. La nonchalance con cui spendono Fassone e Mirabelli è quella di chi non deve fare i conti con il portafoglio ma può spendere e spandere a piacimento. Stile sciecchi, Real o Abramovich prima maniera.
Senza dunque chiederci da dove sono arrivati tutti questi soldi, abbiamo il dovere di domandarci almeno come sono stati spesi. Posto che una prima indicazione potremo averla non prima di ottobre-novembre, cioè dopo che si sarà iniziato a giocare davvero. Per il momento i tifosi dovrebbero idolatrare chi ha messo a disposizione tutto questo ben di Dio, non chi lo ha speso. Per questi ultimi il giudizio è sospeso e spetterà al campo. Come sempre e come per tutti. A meno che i social tifosi della nuova generazione non si entusiasmino più per un bonifico che per un gol o un dribbling.
L’amichevole di ieri contro il Borussia ha palesato la netta differenza tra una squadra fatta e finita da anni che gioca a livello di Champions League e il Milan. Eravamo incompleti e in ritardo di preparazione. Ciononostante non abbiamo nemmeno sfigurato troppo. E questo è un buon segno. Ma per arrivare a quei livelli ci vogliono non una ma tante campagne acquisti. E ci vogliono tempo e pazienza. In questo senso sarebbe stato meglio spendere 50 milioni per 5 anni piuttosto che 250 in un anno solo. Ma tant’è. Aspettiamo di vedere chi sarà il centravanti di questo Milan tutto da scoprire. Il centravanti è, dall’inizio del mercato, il ruolo più importante da coprire. Tra Aubameyang, Morata e Belotti, io preferisco il Gallo. Vedremo chi sceglieranno i “cinesi”.
Ah a proposito di “cinesi” il vuoto sulle tribune della prima uscita del nuovo Milan nella sua nuova patria fa sorgere qualche piccolo dubbio sulle parole di chi sosteneva che ci fossero 250milioni di tifosi rossoneri a mandorla. Forse si era confuso con i 250 milioni di euro da spendere sul mercato. Meglio così.
This post was last modified on 19 Luglio 2017 - 07:36