Un mercato da nove e tanta voglia di Milan, ma chi parla di scudetto è in malafede

Antonio Donnarumma, Leonardo Bonucci, Mateo Musacchio, Ricardo Rodriguez, Andrea Conti, Frank Kessié, Lucas Biglia, Hakan Calhanoglu, André Silva, Fabio Borini, Nikola Kalinic. Aspettando il 31 agosto, ultimo giorno utile per vendere o acquistare calciatori, un rinforzo per rimpolpare il centrocampo e forse la ciliegina sulla torta in prima linea, il mercato del Milan ha visto, fino a questo momento, undici nuovi rinforzi, praticamente un’intera squadra. Dopo la roboante vittoria per 6-0 nell’andata del playoff di Europa League, domani sera ricomincia finalmente il Campionato e il nuovo Milan comincerà a prendere confidenza anche con la nuova Serie A. Comunque finirà il mercato rossonero, però, e nonostante gli oltre 200 milioni di euro di passivo, tra acquisti e cessioni, non si deve fare l’errore di volere tutto e subito.

Anche se Fassone e Mirabelli dovessero fare un altro regalo importante ai tifosi milanisti, il Milan non può essere considerato da scudetto e questo va al di là dell’ottimo mercato fatto. I rossoneri, infatti, hanno una rosa qualitativamente importante, con un mix di calciatori esperti e giovani promesse e sono migliorati in tutti i ruoli rispetto alla passata stagione. In alcuni ruoli, come ad esempio la difesa, il salto di qualità è stato esponenziale e le mosse della nuova società sono state intelligenti ed equilibrate. Dispiace che un idolo di tutti noi rossoneri come Andriy Shevchenko abbia parlato di improvvisazione e confusione, descrivendo il mercato rossonero, ma sinceramente le strategie sembrano aver seguito un copione ed una programmazione ben precisa.

Fassone e Mirabelli meritano un bel nove, fino a questo momento, per quello che sono riusciti a combinare in fase di campagna acquisti e anche in fase di cessioni (la cessione di Niang non andata in porto per colpa del calciatore, ne era l’esempio). Ora, spetterà a Vincenzo Montella far quadrare i conti e riuscire a far rendere al meglio la macchina rossonera. Il tecnico campano non ha scuse e deve riuscire ad ottenere almeno il quarto posto, utile per il ritorno nell’Europa che conta. Al netto della sfortuna che potrà falcidiare la squadra con gli infortuni durante la stagione, il Milan comincia il campionato ed è già costretto a dover rinunciare a Romagnoli, Biglia e Bonaventura, il potenziale è alto e Montella non può fallire.

Qualcuno potrebbe insinuare che con tutti i soldi spesi il Milan dovrebbe ambire subito a lottare per lo scudetto, ma sarebbe un’obiezione quantomeno lontana dalla realtà. Dopo un ottavo, un decimo, un settimo ed un sesto posto, negli ultimi quattro anni ed un mercato che ha portato almeno otto o nove volti nuovi nella formazione titolare, sperare in una squadra già vincente è pura utopia e chi capisce di calcio, sa benissimo che è così. Fassone e Mirabelli, grazie ai denari della nuova proprietà cinese, hanno raccolto una squadra dalle macerie lasciate dalla precedente stagione ed hanno deciso di rivoluzionarla da subito. Per renderla vincente o almeno avvicinarsi a lottare per i trofei che contano ci vorrà tempo, esperienza e tante cadute dolorose.

Il percorso è lungo e tortuoso e davanti ci sono almeno un paio di compagini a cui non sarà facile avvicinarsi e da cui si avrà ancora tanto da imparare. Di  certo ci sarà bisogno del popolo rossonero, quello che è tornato al fianco del Milan, quello che ha tanta fame e voglia di Milan, quello che, finalmente, Fassone e Mirabelli hanno riunito sotto un’unica bandiera. Alla faccia di chi dice che se il Milan non dovesse lottare subito per lo scudetto sarebbe un fallimento totale. Le chiacchiere le lasciamo al bar dello sport, le chiacchiere le lasciamo a quelli in malafede.

Twitter: @lino850

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