Milan, sulla sinistra non funzioni: Calha fuori ruolo, Borini non al top. E Rodriguez…

Federica Barbi è laureata in Lettere Moderne e Giornalista Pubblicista dal 2012. Collabora con SpazioMilan.it quasi dalla sua nascita, esattamente dall’aprile del 2012. Segue il Milan dalla lontana Torre Annunziata, in provincia di Napoli, ma quando può corre a rifugiarsi a San Siro, per seguire da vicino le vicende rossonere. Attualmente collabora anche con Vesuvio Live e Betclic. 

Ho letto troppi elogi dopo Crotone-Milan e troppi disfattismi dopo Milan-Cagliari. La verità sta sempre nel mezzo e soprattutto non è mai sacra ad inizio campionato. Quella rossonera è una squadra nuova, con nuovi rodaggi da perfezionare, per cui abituiamoci all’idea che l’equilibrio e la continuità (soprattutto di rendimento) non saranno il nostro forte nei primi tempi.

Detto ciò, dalle gare ufficiali disputate fin qui si evince che nella macchina di Montella qualche meccanismo si inceppa. Accade soprattutto sulla sinistra, dove non convince l’asse Rodriguez-Calhanoglu-Borini .

Il problema è soprattutto a centrocampo, dove Calhanoglu gioca fuori ruolo e raramente prende l’iniziativa. Ha talento e numeri, ma non li mostra quasi mai. Perde moltissimi palloni (con il Cagliari 13) e trotterella sul centrosinistra senza incidere come dovrebbe, visto anche il numero che porta sulle spalle.

Davanti Borini si muove tanto, a volte anche troppo, visto che spesso i suoi movimenti sono sbagliati e non gli servono a smarcarsi. Con Calhanoglu non c’è intesa, per cui dalla corsia sinistra arrivano poche occasioni da gol.

Discorso un po’ diverso per Ricardo Rodriguez, che a volte va in affanno ma in generale le sue prestazioni fin qui sono state tutte apprezzabili. Purtroppo, però, non è messo nelle condizioni di esprimersi al massimo delle sue potenzialità, e il gioco si sviluppa soprattutto sull’altro lato del campo, controllato da Conti.

E’ necessario lavorare sull’affiatamento dei giocatori per garantire fluidità alla manovra e anche maggiore efficienza sia in attacco che in difesa. E’ presto per sentenziare e per bocciare, ma non lo è mai per rimediare e migliorarsi.

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