Sheva, 9 anni fa il romantico ritorno. Oggi i dubbi ingiusti sul nuovo Milan

Federica Barbi è laureata in Lettere Moderne e Giornalista Pubblicista dal 2012. Collabora con SpazioMilan.it quasi dalla sua nascita, esattamente dall’aprile del 2012. Segue il Milan dalla lontana Torre Annunziata, in provincia di Napoli, ma quando può corre a rifugiarsi a San Siro, per seguire da vicino le vicende rossonere. Attualmente collabora anche con Vesuvio Live e Betclic. 

Si potrebbe parlare di tutto, oggi, a pochi giorni da un esordio in campionato coi fiocchi e un playoff d’Europa League alla Holly e Benji (occhio comunque al ritorno!). Si potrebbe parlare di Conti e Rodriguez, che ridestano piacevoli ricordi lontani chiusi nell’era Cafu-Serginho, delle magie di André Silva, del contagiri di Suso, e addirittura della doppietta di Montolivo. Invece oggi parlo di Sheva, e non so in quanti lo ricorderanno, ma il 23 agosto non è una data qualunque.

Esattamente 9 anni fa, sabato 23 agosto 2008, alle ore 19:00, dopo una lunga ed estenuante trattativa, il Milan e il Chelsea trovarono l’accordo per il ritorno in rossonero di Sheva. Non fu certo il colpo strategico dell’estate, ma sicuramente una mossa romantica ben riuscita, targata Silvio Berlusconi.

E se per Sheva tornare fu “come vincere una Champions”, per i tifosi rossoneri riabbracciarlo significò chiudere un cerchio e spegnere anche gli ultimi rancori legati al suo strano addio di 2 anni prima.

Il suo anno fu tutt’altro che un sogno: solo 2 i gol realizzati, uno in Coppa Italia e uno in Coppa UEFA (si chiamava ancora così), contro Lazio e Zurigo. Niente a che vedere con i 173 segnati nel suo primo ciclo al Milan. Eppure, di questo sono sicura, sul suo ritorno non ci sono rimpianti (a parte il gol mancato di un soffio nell’esordio in campionato con il Bologna…). Né suoi né del Milan.

Il suo ritorno non ha funzionato perché nel frattempo il Milan era cambiato. E cambiare, in fondo, è giusto e spesso necessario. Proprio quello che dovrebbe capire anche oggi, Sheva, che invece ha rilasciato dichiarazioni ambigue sul nuovo corso rossonero: “Milan? Non so cosa aspettarmi. Ci sono due modi diversi per ottenere risultati: il modo programmato e il modo improvvisato. A mio parere ci sono azioni confusionarie al Milan, non esiste un piano stabilito. Vincenzo Montella aveva una certa visione e strategia, ma in questo lasso di tempo avrebbero dovuto muoversi più velocemente. Poi ci sono così tanti nuovi giocatori. Acquistano un calciatore per una certa posizione e un mese dopo ne arriva un altro nello stesso ruolo. Queste sono decisioni improvvisate”.

Tutto si può dire di questa società, tranne che stia improvvisando. Si possono condividere o meno le scelte, ma è impossibile non ammettere che c’è uno studio, un programma, per ogni singolo passo fatto: dal piano comunicativo fino a quello del mercato.

Anzi, l’approssimazione negli acquisti, le scelte alla rinfusa (parametri zero, occasioni low cost) erano diventate prerogative del Milan degli ultimi anni, che pescava a caso e andava avanti per inerzia. Ci si stava abituando a perdere, esattamente come in passato ci si era abituati a vincere.

Allo stesso tempo capisco che Sheva sia legato profondamente a Berlusconi e al suo Milan, quello che gli ha cambiato la vita e la carriera. Purtroppo, però, quel Milan non esisteva più da tempo.

Guardo il Milan di oggi e ripenso a quel 23 agosto: certe emozioni so che torneranno presto, anche con questo Milan così diverso. E chissà, magari un giorno tornerà anche Sheva…

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