Dalle cose formali alle sconfitte reali: la figuraccia dell’Olimpico per cambiare subito rotta

Sulla sconfitta contro la Lazio, nonostante siano passate poco più di 24 ore, si è già detto e scritto di tutto. Giustamente. Perchè una squadra come il Milan non può incappare in queste figuracce, mai, in nessuna occasione o cadrebbe immediatamente il blasone insito nel suo nome.

Le scusanti quindi rasentano lo zero, le maggiori colpe sono quelle dei giocatori, incapaci di reagire a uno straripante Immobile ma le responsabilità sono anche di Montella che non è ancora riuscito ad armonizzare la sua orchestra. L’ex mister della Fiorentina è stato tradito da chi fino a questo momento era stato una macchina quasi perfetta, Kessiè e anche da chi è stato preso per elevare il tasso tecnico della squadra, Bonucci e Biglia. Ma i quattro schiaffi dell’Olimpico hanno dimostrato alcune lacune tecnico tattiche preoccupanti. Il 4-3-3 non sembra il modulo adatto, Biglia e Montolivo insieme fanno fatica, Borini nonostante la corsa e la lotta incide pochissimo e Calabria ha sofferto in tutto per tutto Luis Alberto. Ma l’errore più grande, forse, è stato quello di lasciare i due attaccanti titolari in panchina. Vero che devono ancora inserirsi nei meccanismi di gioco, Cutrone era in una condizione devastante e faceva gol a ogni palla ma dopo un primo tempo simile, si doveva cercare di ribaltare il match con tutte bocche da fuoco a disposizione. Kalinic è arrivato da poco ma conosce alla perfezione il modulo e le richieste del tecnico, mentre Andrè Silva fino a questo momento è stato utilizzato con il contagocce nonostante sia arrivato praticamente all’inizio del ritiro. La sconfitta è accettabile, una figuraccia così no, soprattutto in questa stagione, dopo gli investimenti fatti. Perché se l’anno scorso la stagione è stata parzialmente salvata dalla Supercoppa conquistata e dal sesto posto, nonostante alcune figuracce come le cadute casalinghe contro Udinese ed Empoli, questa volta gli alibi non ci sono.

C’è da cambiare sicuramente mentalità, c’è da ricompattare un ambiente che dopo le auto celebrazioni e i proclami estivi è tornato sulla terra e ha capito che in Serie A non si vince solo con le cose formali. E anche Montella dovrà al più presto cambiare modulo e interpreti perchè quando sbaglia un alunno è colpa sua, quando sbaglia tutta la classe la colpa è del maestro.

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