Tuttosport, Bonucci e l’arroganza di chi deve essere leader

Il match di coppa con il Rijeka ha scoperchiato il vaso di Pandora: il  punto debole del Milan di quest’anno è la difesa e, in particolare, il suo leader maximo Bonucci. Ad ammetterlo è stato, anche, lo stesso Montella, che, prima, lo ha rimproverato pubblicamente dopo il goal di Cutrone e, poi, ha spiegato in TV di averlo fatto perché è il più esperto della squadra.

Atmosfera non certo idilliaca, dunque, in casa rossonera, con il centrale azzurro che giovedì è uscito scuro in volto dallo stadio e i cui messaggi rassicuranti sui social paiono non sortire l’effetto sperato tra i tifosi. Anzi, proprio il mondo del web, ormai da qualche settimana, ha iniziato ad accanirsi contro lo stesso Bonucci, preso di mira da milanisti delusi e juventini in cerca di rivalsa sul loro ex beniamino.

È indubbio che di errori, anche grossolani, il centrale viterbese ne ha commessi in queste prime partite disputate, ma, come evidenzia l’edizione odierna di Tuttosport, il tutto è amplificato dalle cifre monstre spese per acquistarlo (40 milioni alla Juve più 6,5 annui al calciatore) e dall’arroganza con cui l’ex Juve si è presentato a Milanello, pretendendo la maglia n.19, scippata al compagno Kessié, cui era stata assegnata sin dai primi di luglio, e la fascia di capitano, sottratta a un remissivo Montolivo.

Non v’è dubbio che, se, con la sua tecnica e il suo carisma, Bonucci avesse fatto ottenere grandi successi al Milan, di certo, tutte queste sue prese di posizione sarebbero passate in secondo piano, ma è altrettanto scontato che nei momenti di difficoltà l’uomo di maggiore spicco dello squadra debba assumere le vesti di capro espiatorio.

Le critiche, dunque, ci stanno ma da qui a definire l’acquisto dell’ex componente della BBC un flop ci vuole del tempo. Fatto sta, che un bagno di umiltà da parte del calciatore e un innalzamento del livello delle sue prestazioni aiuterebbero, certamente, a risollevare la situazione.

 

 

 

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