Albertini: “Milan, sono finiti gli alibi devi vincere. Su Bonucci…”

Demetrio Albertini ha concesso, ai microfoni del Corriere della Sera oggi in edicola, un’interessante intervista per analizzare il difficile momento della squadra rossonera: “Per plasmare un club vincente non si programma, si raccoglie.Pure io ho vissuto gli anni della ricostruzione: nella stagione 1998-99 eravamo reduci da due campionati disastrosi, e si iniziava un nuovo percorso con Alberto Zaccheroni. Anche all’epoca si giocava con la difesa a tre, un inedito. Vincemmo lo Scudetto con 7 successi consecutivi nel finale perché non ci siamo mai accontentati. Non ci siamo nascosti dietro l’alibi ‘se si perde non importa, è l’anno della ripartenza”.

Su Montella: “E’ il destino di ogni tecnico., ma lui deve essere valutato sul lavoro, non sui risultati”.

Sul derby: “Ritengo il mercato una delle componenti per il successo ma non l’unica. Di certo, se l’Inter non avesse aggiustato più di una partita al 90′ faremmo discorsi diversi, detto questo, credo sia presto per dire che i soldi spesi dal Milan siano troppi. L’amalgama si crea cammin facendo: il Milan è ancora un cantiere aperto e Montella sta procedendo per tentativi”.

Su Bonucci: “Paga il cambiamento: l’anno scorso aveva certezze di gioco, ora le deve maturare. Prematuro farlo capitano? No, perché credo che la società volesse donare la fascia ad un giocatore che si assumesse le responsabilità. E poi, se per indossarla conta essere titolari, Bonucci è con Gianluigi Donnarumma il giocatore più utilizzato”.

Sugli obiettivi: “Non bisogna porsi obiettivi, i sogni sono gratis. Poi, i conti si faranno alla fine. Mi ha fatto impressione l’entusiasmo esagerato per il ritorno in Europa, ai preliminari di Europa League! Bisogna abbandonare scuse e giustificazioni: il Milan deve vincere, punto. E casomai imparare a gestire le sconfitte”.

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