Basta boicottare capitan Bonucci, un campione destinato a rimanere tale

Quattrocentotrentadue le partite tra i professionisti. Venticinque, i gol, spesso decisivi. Settantadue le presenze in Nazionale, ben cinque i gol con la maglia azzurra. Sei, gli scudetti consecutivi vinti con la Juventus. Un europeo, l’ultimo con Antonio Conte in panchina, da protagonista: tanto da essere stato votato come miglior giocatore dell’Italia. Eppure, qualcuno, ha ancora il coraggio di criticare un giocatore che, evidentemente, paga ancora il rallentamento di un processo di rinnovamento completo di una squadra, quella rossonera.

Di Bonucci, mai come quest’anno, si sottolinea tutto: dall’errore individuale, per carità, a quello corale. Spesso le critiche a Leo fungono da scudo a qualche compagno: un buon capitano lo accetta. Ed è quello che sta facendo il numero 19. Quel numero che, per alcuni, fu già oggetto di discussione ancora prima di scendere in campo. Kessié e Bonucci avrebbero litigato per quella maglia, salvo poi scoprire che non accadde nulla di tutto ciò.

BONUCCI CAPITANO – Leonardo Bonucci capitano del Milan è un tema che tiene ancora banco dopo quasi due mesi: più di quanto fu Icardi capitano a soli ventidue anni. Quella fascia, indossata dai vari Zapata, De Sciglio, poi passato alla Juve, adesso, secondo alcuni, sarebbe immeritatamente sul braccio del’ex difensore del Bari. Quella fascia che venne raccolta dal precedessore Montolivo dopo un solo anno di Milan. Allora nessuno disse nulla. Ma Leo è uno abituato a rispondere sul campo. Magari lo farà già nel derby: esultando alla sua maniera.

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