Chiellini nel pre-partita: “Per vincere non ci basterà una partita sufficiente”. Giorgio, hai sopravvalutato un Milan straziante…

Laureatosi in Giurisprudenza nel 2015, Giovanni D’Avino è giornalista pubblicista dal 2016. Praticamente nato con la passione per il giornalismo ed il calcio, soprattutto quello a tinte rossonere, nel dicembre 2012 entra a far parte di SpazioMilan.it, per il quale attualmente svolge il ruolo di Coordinatore di redazione. Da alcuni anni collabora anche con il settimanale calcistico Corriere del Pallone.

Che Beppe Marotta abbia centrato il punto focale della questione? L’amministratore delegato bianconero, parlando a Premium Sport pochi minuti prima del fischio d’inizio di Milan-Juventus, sveva proferito alcune parole su cui in Via Aldo Rossi farebbero bene a meditare: “Perchè i rossoneri sono così indietro in classifica? Forse l’euforia estiva era esagerata“. Il mercato da duecento e passa milioni aveva illuso la stragrande maggioranza dell’ambiente rossonero che i tempi di magra fossero finiti, ed invece i tifosi del Diavolo stanno vivendo un vero e proprio incubo, quasi come se la stupenda scenografia realizzata ieri dalla Curva Sud sia stata premonitrice.

Eppure chi scrive resta fermamente convinto che tra la rosa dello scorso anno e quella di quest’anno non c’è paragone: Musacchio e Bonucci sono più forti di Paletta e Zapata, Rodriguez è almeno due spanne sopra Vangioni, Kessiè si fa preferire a Kucka (che comunque non andava assolutamente ceduto), lo stesso dicasi per Biglia nei confronti di Sosa, per Calhanoglu rispetto a Bertolacci e per la coppia Kalinic-André Silva nei riguardi del duo Lapadula-“Bacca ultimo periodo”. Nonostante ciò i numeri sono impietosi (peggiori finanche delle annate targate Mihajlovic e Inzaghi), coi rossoneri che ballano a ridosso della seconda metà della classifica, e che tra questo pomeriggio e domani sera potrebbero facilmente finire ad una decina di punti dai posti che danno l’accesso alla prossima Champions. Dove sta, dunque il problema? Nella società che ha realizzato un mercato incompleto? In un mister in confusione? In una squadra con poca personalità? Senza dubbio nella sommatoria di questi fattori.

Contro la truppa di Allegri il Milan ha mostrato carattere per scarsi dieci, iniziali, minuti, quando probabilmente i bianconeri non si aspettavano un inizio così grintoso dei rossoneri. Ma, non appena i campioni d’Italia hanno sistemato le idee, ecco il già visto inesorabile declino dei ragazzi di Montella, che, tanto per cambiare, non ci ha messo niente del suo per provare a smuovere l’inerzia della partita. Nessuno può dire come sarebbe andato il secondo tempo se Kalinic avesse gonfiato la rete anziché centrare la traversa, ma non è concepibile che nella ripresa il Milan non abbia praticamente messo piede in campo. La difesa balla ad ogni folata avversaria, il centrocampo è praticamente inesistente (Kessié e Biglia sono in riserva e la coperta corta nella zona nevralgica si vede proprio in questi momenti) e le punte brancolano nel buio.

Tutto quanto sommato, dunque, la sensazione peggiore della serata di San Siro non è stata tanto la sconfitta in sé – la pur non brillantissima Juventus di questo inizio di stagione resta inarrivabile – quanto piuttosto che, al netto di un Higuain letale, ai piemontesi è bastato davvero il minimo sindacale per portare via in scioltezza i tre punti dal Meazza: una fase difensiva nella norma, un paio di spunti offensivi e nulla più. Sempre nel pre-partita, Chiellini aveva detto: “Per vincere non basterà una partita sufficiente ma servirà una gran prestazione”. Evidentemente Giorgio aveva sopravvalutato un Milan straziante…

fonte: @Juan__DAv

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