Lazio, Samp, Roma, Inter e Juve. Ma siamo sicuri che il Milan sia tanto inferiore alle top del campionato?

Ci si aspettava tanto, tantissimo dal match di San Siro. Oltre 78.000 gli spettatori per spingere il Milan al match della svolta. Ma, ancora una volta, il ‘Diavolo’ esce con zero punti da uno scontro diretto contro una grande del campionato. Finisce 2-0 per la Juventus, grazie alle giocate del suo fuoriclasse Higuain. Cinque sconfitte dopo undici giornate, dati sconfortanti e decisamente al di sotto delle attese. Lazio, Sampdoria, Roma, Inter e Juventus testimoniano l’inferiorità tecnica e tattica dei rossoneri. Numerosi appassionati e, in particolar modo tifosi milanisti, ritengono la squadra non sia all’altezza delle top del campionato e credono che il mercato non sia stato così esaltante come ci si aspettava a inizio stagione. Ma siamo sicuri che il Milan sia tanto inferiore alle big del campionato italiano?

La stagione era iniziata con troppo clamore e aspettative, causa la dispendiosa campagna acquisti realizzata dalla nuova proprietà capeggiata dal duo Fassone-Mirabelli. Sicuramente, si può discutere molto sul mercato estivo. Con 280 milioni circa, si potevano acquistare 2 veri top player che avrebbero fatto fare il salto di qualità alla squadra. Però è doveroso sottolineare che sono arrivati alla corte di Montella due grandissimi giocatori, ricercati da mezza Europa, come Biglia e Bonucci. L’ex Lazio assoluto titolare con la maglia dell’Argentina in nazionale, l’ex Juve protagonista in due finale di Champions disputate con la maglia bianconera. Il loro valore non lo si può discutere. Poi sono arrivati giocatori che si sono distinti nella passata stagione, l’ex Atalanta Kessié su tutti. I giocatori più rappresentativi del Milan l’anno scorso, fortemente discussi in sede di mercato, sono rimasti come era stato promesso dalla società (Suso, Donnarumma, Bonaventura). In difesa sono stati acquistati Musacchio e Rodriguez, giocatori esperti che militavano in campionati come Liga e Bundesliga  con le maglie rispettivamente di Villareal e Wolfsburg. In attacco sono arrivati Kalinic, fortemente voluto da Montella, e André Silva, tanto esaltato da Cristiano Ronaldo e potenziale fuoriclasse. Leggendo i nomi del Milan, diviene difficile pensare che non ci siano i presupposti per potersela giocare con le grandi del campionato e la qualificazione in Champions League, obiettivo dichiarato a inizio stagione, non era poi un’utopia come si crede oggi.

Con ciò non vuol dire che le colpe siano esclusivamente di Vincenzo Montella, ma era doveroso aspettarsi di più. Il Milan non può essere la squadra di mezzo del campionato come dimostrato sino ad oggi. Serve mentalità, consapevolezza e fiducia che il tecnico non è in grado di trasmettere. A questo Milan più che un allenatore serve uno psicologo, alla Conte per intenderci, perché le qualità ci sono, ma ora occotre che scatti qualcosa a livello psicologico. I rossoneri devono comprendere di essere all’altezza e ritrovare quella fiducia per poter affrontare al meglio il resto della stagione.

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