Occasioni e colpi ad effetto: il riassunto di un progetto al contrario e di un mercato estivo scriteriato

Prima il modulo, poi i giocatori. E’ questo il criterio che una società che sta rifondando la sua rosa dovrebbe applicare. E invece, dopo ormai più di due mesi di stagione, trascorsi tra sconfitte e cambi di modulo che stanno facendo girare la testa a giocatori e tifosi rossoneri, pare proprio che il Milan quest’estate abbia utilizzato il criterio inverso, acquistando giocatori, sulla carta anche validi, poco funzionali al sistema di gioco con il quale Vincenzo Montella aveva ottenuto ottimi risultati lo scorso anno e con cui si sarebbe dovuto dovuto ripartire da agosto, il 4-3-3, e che l’allenatore napoletano stia provando a sistemare in campo giocatori comprati alla rinfusa.

L’acquisto di Bonucci, il primo nodo. Un’occasione imperdibile, è vero, quella di acquistare per soli 42 milioni quello che fino a pochi mesi fa era considerato uno dei due difensori migliori d’Europa, insieme a Ramos, dando oltretutto un importante segnale di forza economica sottraendo uno dei pilastri della corazzata juventina; ma nello stesso tempo, quell’occasione, ha rimescolato tutte le carte sul tavolo di Montella, costringendo il tecnico milanista a passare ad una difesa a 3 che non ha mai fatto parte del DNA rossonero. Calhanoglu, il secondo: un trequartista dalle doti tecniche indiscutibili, seppur molto discontinuo a livello di prestazioni, che però si sta rivelando un giocatore di difficile collocazione tattica, in particolare in un sistema di gioco che prevede delle ali offensive. Imprescindibile, se si vuole permettere a Suso, al momento unico e vero leader e top player di questo strano Milan, di esprimersi al meglio partendo largo dalla destra per poi accentrarsi e diventare letale.

E poi le punte. Dopo essere passati da un 3-5-2 molto scolastico, che permetteva all’Aeroplanino di schierare contemporaneamente due punte escludendo però dagli undici titolari proprio lo spagnolo, ad un 3-4-3 atipico, con Suso esterno ma il turco numero 10 ad agire centralmente senza compiti difensivi, gli acquisti di Kalinic e André Silva, costati complessivamente circa 65 milioni di euro al netto di eventuali bonus, risultano poco sensati, in quanto sia l’ex viola che il portoghese si stanno rivelando seconde punte che preferiscono partire lontano dalla porta piuttosto che stazionare dentro l’area, e di conseguenza poco efficaci in un attacco a 3 uomini. Dunque, dopo i tormentoni che riguardavano Belotti e Morata e i fior di milioni spesi per i suddetti attaccanti, sembra proprio che l’unico vero puntero a disposizione di Montella sia il solo Cutrone, che i rossoneri avevano già in casa ancor prima del mercato. Insomma, una gran confusione tattica che deriva da un mercato estivo illogico e scriteriato, più scenico che concreto.

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