Punto tattico: Biglia poco lucido in costruzione, ma il Milan può rinunciare a un giocatore come lui?

Sul centrocampo    Nel calcio spesso si dice: “Le partite si vincono a centrocampo“. Il motto sembra rispecchiare la prima parte di stagione del Milan. Centrocampo sempre in sofferenza, sia in fase di costruzione che in quella di non possesso. Poca comunicazione, poca compattezza, poca geometria e totale assenza di idee. Naturalmente, sul banco degli imputati sono saliti Biglia e Kessié, al di sotto delle aspettative e mai sufficienti in quest’ultima porzione di stagione. Tante critiche e sempre meno consapevolezza nei propri mezzi. Si vede che mentalmente l’ex Lazio e l’ex Atalanta non girano. Al Milan si sente la pressione, San Siro non è uno stadio come gli altri e tutto questo influisce sul rendimento negativo dei neo acquisti. Kessié non ha portato quella fisicità e quantità a cui ci aveva abituato. Tatticamente disattento soprattutto in fase difensiva, e troppi errori in fase di impostazione.

Su Biglia    Lucas Biglia è stato il bersaglio numero uno, sia per la critica sia per i tifosi. Lui era chiamato a far fare il salto di qualità, era il giocatore che mancava al Milan dai tempi di Andrea Pirlo. A lui sono state affidate le chiavi in cabina di regia, ma le prestazione sono state nettamente al di sotto delle attese. E’ impensabile, però, che l’ex Lazio non sia all’altezza del Milan. Le sue qualità sono indiscutibili. Stiamo parlando di un giocatore titolare con la maglia dell’Argentina, titolare nella finale dei Mondiali del 2014 contro la Germania. Di sicuro sa cosa significa disputare partite di un certo peso, e cosa significa vestire una maglia come quella rossonera. Ai tempi della Lazio tutti ritenevano che fosse il giocatore più forte della Serie A in quel ruolo. Nel Milan, però, è un altro calciatore. Praticamente mai in partita. Errori tecnici da lui inaspettati, disattenzioni troppo gravi in fase di non possesso come nei due gol della Juventus. Indubbiamente, qualcosa è cambiato. Ma è possibile che quando approdano al Milan si trasformano tutti in giocatori ‘scarsi’? Focalizzando l’attenzione sempre su Biglia, sia alla Lazio che all’Argentina giocava con un centrocampo a tre. Lui davanti alla difesa e due interni a coprire in fase difensiva. Con il cambio di modulo al Milan, in mezzo Biglia è affiancato esclusivamente da Kessié, e così diviene praticamente un uomo in meno. Poco pratico a curare la fase di non possesso e troppo poco lucido in quella di costruzione. Qualcosa va cambiato, perché rinunciare a un giocare come lui non è assolutamente vantaggioso per qualsiasi club e, in particolar modo ora, per il Milan di Montella.

 

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