Storia di un ex: Nocerino, il figlio del Condor. Favola di un incantesimo illogico

CARO, VECCHIO CONDOR

Il Milan è sempre più cinese. Adesso pare che tutti li rinneghino, questi cinesi. Ma fino a settembre li veneravano tutti. Ecco Antonio Nocerino non c’entra niente con i cinesi. Antonio Nocerino fu creatura di Adriano Galliani. Perché il 31 agosto 2011 nessuno avrebbe mai pensato che un tipo come Nocerino potesse vestire la maglia del Milan. Lui giocava al Palermo e al Palermo stava piuttosto bene. Non era un fenomeno (e mai lo sarà). Ma il suo posto fisso, al Barbera, non glielo toglieva nessuno.

Eppure il Condor aveva quel potere di rendere a-normali quei giocatori come lui: normali. Tipo Mida. Qualunque cosa toccasse diventava oro. Purché fosse nell’ultimo giorno di mercato. E Nocerino aveva tutti i requisiti: era l’ultimo giorno di mercato, era normale, era low cost. Il Milan lo paga mezzo milione di euro. Ma nessuno ci punterebbe mezzo euro. Ma… “il calcio è strano Peppe”.

INCANTESIMO

Quindici ottobre 2011: Nocerino si presenta al Milan segnando al Palermo. Al suo Palermo. La magia è iniziata ma non è ancora così evidente. Lo diventerà dieci giorni dopo. Quando contro il Parma cala il tris. Quello che succede non ha nessun senso. Perché già il fatto che un centrocampista faccia doppietta è anomalo. Che ne faccia tre è un fatto eccezionale. Che a farne tre sia Antonio Nocerino è illogicità pura. Ma gli dei del pallone hanno deciso così. Nocerino è diventato come il Condor. Qualunque cosa tocchi diventa oro. In questo caso gol.

Il Noce diventa pappa e ciccia con uno svedese che in campo è tutt’altro che normale. Con Robinho si intende a meraviglia. Con i tifosi il feeling è naturalmente altissimo. Allegri lo vede e lui vede la porta. Piuttosto bene peraltro. Nocerino è on fire. Col tempo, addirittura, diventa normale il fatto che continui a segnare. A fine stagione sono 11 gol: quasi il doppio di quelli fatti in tre stagioni a Palermo. Cosa che di normale non ha praticamente nulla. Come il numero sulla maglia. Il 22 di un extraterrestre (Kakà) sulle spalle del più comune fra i mortali.

RITORNO ALLA NORMALITA’

L’anno dopo è lo stesso Nocerino a scegliere colpevolmente di cambiare numero. Come a cambiare sua sponte un corso di eventi perfettamente incastrati. Dalla 22 alla 8. Chiaramente non è un fatto di numeri (o forse si chissà). Più banalmente l’incantesimo, come tutti gli incantesimi, finisce. Tutto torna alla normalità. Nocerino fa spesso panchina e in una stagione fa meno gol di quanti ne avesse segnati in quella famosa notte di San Siro (26 ottobre 2011) contro il Parma.

Oggi Nocerino è migrato in America. Dove, per quella assurda stagione 2011/2012, lo considerano ancora uno a-normale. Come quell’extraterrestre che ad Orlando è (stato) il suo capitano. Gli dei del pallone dovevano farli incontrare. Per forza.

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