In vantaggio 35 giorni dopo l’ultima volta. Quanto conta la testa

A distanza di oltre un mese, il Milan è tornato ad assaporare la sensazione di essere in vantaggio. Non accadeva in campionato dal 20 settembre, a San Siro contro la Spal. Da allora solo partite dove il Diavolo ha vanamente rincorso gli avversari, cercando filosoficamente e tatticamente sé stesso.

Non un caso quindi che nel secondo tempo di Verona si sia vista, per la prima volta in stagione, una squadra corta, organizzata e convinta. Anche lo svarione di Kessié che ha portato alla rete di Birsa, non ha spostato di una virgola l’andamento della gara, perché la consapevolezza sull’1-3 era comunque tutt’altra rispetto a tutti gli altri match giocati fino ad ora. Non è questione di modulo, di uomini o di opponente. È una questione mentale che conseguentemente si ripercuote sulle gambe e nelle singole giocate.

Domani sera al Meazza tuttavia c’è la Juve. Di certo la partita più complicata che si possa avere, subito dopo esser riusciti a rialzare la testa. Ma il calendario è questo e esser arrivati a questa sfida con le spalle già al muro, è solo per demerito nostro. C’è da pedalare. Parecchio.

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