Kakà apre a un futuro da dirigente. Il Milan chiude (primo) il girone di Europa League

Capitano anche giornate così ogni tanto. Tranquille, serene, con poche polemiche in campo e fuori. Nel pomeriggio Kakà è stato ospite a Casa Milan, dove ha raccolto e accolto con positività la proposta di entrare a far parte della dirigenza rossonera in un futuro prossimo. Potrebbe dunque essere lui la bandiera da piazzare ai piani alti, unendosi in un certo senso a Rino, condottiero della Primavera.

In serata poi la passerella di Europa League, contro un Austria Vienna rimaneggiata. Su Sky hanno ricordato allo sfinimento che gli austriaci avevano 7, 8, 9, forse anche 10 titolari infortunati, ma tant’è. Un 5-1 casalingo comunque fa sempre bene e curiosamente una manita a San Siro in competizioni europee, non si vedeva dallo storico 5-0 del 1989 contro il Real Madrid. Altra epoca, altro calcio, altro Milan.

Resta il dato oggettivo: il Diavolo con due punte è più efficace, più prolifico. Tuttavia due punte escludono Suso concettualmente, il quale esprime al meglio il proprio talento partendo largo a destra in un attacco a tre. Uno degli equivoci tattici di quest’annata. Forse quello maggiormente determinante. Uno staff tecnico di livello troverebbe la miglior soluzione per esaltare le capacità di tutti. Al momento purtroppo non è così. Si va avanti ad intermittenza e con poche certezze. Ora c’è da attaccare a testa bassa il campionato, perché la classifica è bruttina anziché no. La EL
non darà pensieri fino a metà febbraio.

Twitter: @fabryvilla84

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