Lunedì atipicamente fondamentali: luci a San Siro

Poco, pochissimo da dire. In uno dei lunedì più importanti della storia del calcio italiano, anche in casa Milan i riflettori sono puntati sull’incontro di San Siro fra Italia e Svezia. Del resto, il rinvio della decisione dell’UEFA sul voluntary agreement spegne l’unico braciere d’interesse inerente alle vicende rossonere.

Nella speranza che, a dicembre, arrivi da Nyon un regalo di Natale da scartare con gioia. Da martedì, poi, si ripenserà al Napoli, con il rientro di giocatori reduci da battaglie, ma fortunatamente integri – al netto di un naso fratturato. In tal senso, da vedere e rivedere le giocate di Kalinić e Rodriguez in Croazia-Grecia e Svizzera-Irlanda del Nord.

Attenzione, dunque, calamitata dalla partita di stasera fra azzurri e scandinavi. Una gara che, in effetti, può dirci solamente se, a giugno, potremo vivere l’ennesima emozione di giocare un Mondiale. Dell’esistenza dei problemi del calcio italiano non vi è dubbio e non sarebbe un’eventuale vittoria con due goal di scarto a cancellarli.

Perchè, al netto di un cammino europeo – a livello di club – fin qui positivo, il nostro movimento pallonaro va riformato. Vanno rifatti gli stadi, riorganizzati i campionati, riscritte tutte le regolamentazioni a livello finanziario. Ma anche questo, probabilmente, lo sapete già e, almeno oggi, ha un’importanza relativa.

Stasera conta una sola cosa, ed una soltanto. Bisogna andare a fare due goal in più dei nostri rivali, prendersi di prepotenza – ma senza arroganza – il biglietto per Mosca. Perchè noi siamo l’Italia e, nonostante tutto, siamo un pezzo, non indifferente, della storia di questo magico sport. Ed un Mondiale senza di noi, oggettivamente, avrebbe poco, pochissimo senso.

 

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