SM/Milan Ladies, Mangiaracina (preparatore atletico): “Le ragazze sopportano carichi di lavoro maggiori e affrontano meglio il dolore”

Tra i grandi cambiamenti del Milan di quest’anno anche lo staff tecnico ha subito una piccola rivoluzione con l’addio del preparatore atletico Emanuele Marra e l’ufficializzazione della scorsa settimana di Mario Innaurato, in precedenza nelle file della Costa d’Avorio. Una figura importante con il suo lavoro lontano dalle luci della ribalta e che anche nel Football Milan Ladies ha un ruolo fondamentale. Guido Mangiaracina, preparatore della prima squadra rossonera, dottore in scienze motorie ed educatore Sportivo del CONI, è alla sua prima esperienza nel mondo del calcio femminile e ha raccontato in esclusiva a SpazioMilan.it come sta vivendo questa esperienza, le differenze riscontrate tra calciatori e calciatrici e come ha adattato l’allenamento alle atlete rossonere.

 

Quali sono le principali differenze che hai riscontrato nel tuo lavoro tra il calcio femminile e quello maschile?

“La componente della forza fisica è l’aspetto più evidente. Nell’uomo si riscontra un notevole aumento della massa muscolare in fase di crescita; mentre la donna ha una statura e un peso corporeo inferiori di almeno 10 cm e 15-18 kg rispettivamente, oltre una massa grassa maggiore di 3-5 kg. Anche la struttura ossea è diversa, la ragazze hanno un diverso sviluppo del bacino, con una maggiore inclinazione dell’asse del femore e questo le porta ad avere le cosiddette gambe a X. Un altro effetto è uno spostamento leggero della rotula lateralmente, che costringe la struttura del ginocchio a dover sopportare carichi superiori, che portano a una predisposizione agli infortuni articolari. Un esempio evidente delle differenze è durante il gesto tecnico del calciare: l’uomo usa maggiormente i flessori dell’anca e gli adduttori, mentre la donna sollecita l’articolazione del ginocchio”.

Oltre alle differenze fisiche, dal punto di vista del carattere e della mentalità cos’hai notato?

“Un’altra grande differenza è l’aspetto emozionale; questo è intrinseco nelle donne molto più che negli uomini. Le donne hanno una maggiore propensione al lavoro, una maggiore capacità di attenzione e analisi, sanno soffrire e affrontare il dolore con intelligenza e maturità. Di contro però hanno una minore autostima e fiducia nelle proprie capacità e cosa più importante non hanno un modello di riferimento femminile al quale ispirarsi”.

In che modo stai lavorando insieme allo staff per migliorare le loro capacità atletiche?

“Lo sviluppo e l’incremento della forza nel calcio femminile non è da considerare importante come nel settore maschile, ma non deve essere dimenticata. Mi sono accorto che per far raggiungere alle ragazze alcune capacità, ad esempio effettuare un cambio di gioco o delle buone rimesse dal fondo, è comunque necessario programmare all’interno delle sedute di allenamento dei momenti dedicati a migliorare questo aspetto fisico. Molto importante è anche il potenziamento muscolare per evitare spiacevoli infortuni o distrazioni specie alle caviglie ed alle ginocchia. Con esercizi mirati è possibile ottenere miglioramenti addirittura fra il 20 e il 40%, questo è il mio obiettivo. Sulle potenzialità aerobiche le ragazze riescono a sopportare maggiori carichi di lavoro e ad incamerare molta più “benzina” con i recuperi, durante lo sforzo, molto veloci. La velocità, invece, per conformazione fisica femminile è forse la componente dell’allenamento più difficile da migliorare. Noi lavoriamo spesso con carico a “strappo” con mezzi quali elastici, slitte, paracaduti, staffette con cambi di direzione, questo per poter sfruttare maggiormente la capacità di adattamento della muscolatura e, in qualche modo, ad obbligarla ad allungarsi gradualmente”.

Nelle sedute di allenamento è previsa anche una sezione dedicata al lavoro propriocettivo? Di cosa si tratta?

“L’allenamento propriocettivo è composto da un insieme di esercizi che vanno a creare situazioni di instabilità, allo scopo di valutare e migliorare l’uso dei segnali provenienti dalle parti periferiche del corpo, e favorire il senso dell’equilibrio e il controllo assoluto del gesto tecnico. Obiettivo primario è quello di rieducare i riflessi per un controllo della postura e delle articolazioni interessate.Il miglioramento dell’equilibrio avviene attraverso il mantenimento della posizione unito alla capacità di correggere velocemente gli sbilanciamenti. Durante gli allenamenti utilizziamo sia esercizi in scarico che in carico naturale, in appoggio sul terreno o su piani oscillanti di varia difficoltà. Spesso per rendere l’allenamento più stimolante, propongo alle ragazze di eseguire gli esercizi ad occhi chiusi, in questo modo, l’atleta è costretta ad essere più sensibile agli altri canali d’informazione rimasti operanti”.

Un progetto particolare si sta sviluppando con Eco Life.

“Quest’ anno il rapporto con ECO LIFE Milano, partner tra gli altri dell’Università Cattolica di Milano, diventerà ancora più su misura per le ragazze. Nei prossimi giorni ogni atleta verrà sottoposta ad una batteria di test finalizzati ad una valutazione biomeccanica, anatomica e funzionale. Il tutto per garantire alle stesse la pianificazione di programmi di allenamento sempre più specifici e personalizzati, sessioni di lavoro idonee al fisico di ogni atleta, azioni preventive per sfavorire o modificare eventuali posture scorrette. Un supporto incredibile per il mio lavoro per garantire un miglioramento della performance atletica e soprattutto un miglioramento dello stile di vita di ognuna”.

Un aspetto delicato da gestire sono gli infortuni.

“Da una parte, per questioni naturali, la donna presenta giunture più mobili e quindi infortuni più legati alle articolazioni, le lesioni muscolari risultano invece molto meno frequenti. Nella programmazione del mio lavoro tengo dò molto spazio alle sedute di tipo preventivo per poter ridurre al minimo il rischio di lesioni. Attraverso la prevenzione, infatti, si favorisce la formazione di una massa muscolare capace di affrontare con efficacia improvvise accelerazioni e decelerazioni, cambi di direzione, variazioni di ritmo e accompagnare in modo armonico la mobilità articolare. Lo staff sta lavorando con impegno e passione da quest’estate e come detto prima, abbiamo la fortuna di collaborare tramite Eco life con una serie di fisioterapisti ed ortopedici di rilievo. Il programma di recupero e riabilitazione di un infortunio viene sempre condiviso con me e lo staff e solo dopo l’ok dell’ortopedico le ragazze possono ricominciare l’attività fisica vera e propria. La “riatletizzazione” spesso prevede delle sedute in palestra e in piscina ed un rientro graduale in gruppo. Il nostro obiettivo, prima ancora della performance e del risultato, è sempre e comunque la salute dell’atleta che non viene mai messa in discussione”.

Cosa ti ha colpito maggiormente dal gruppo delle ragazze?

“La loro passione, il fuoco che hanno dentro e che ogni giorno, ogni allenamento, esprimono sul campo. Una passione che da a tutti noi la motivazione e la voglia di crescere e migliorare insieme a loro. La società, lo staff e le ragazze tutte hanno un sogno, un obiettivo ben chiaro in testa. Noi ci crediamo.. e non ci accontentiamo!”

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