Il New York Times getta ombre su Yonghong Li: “Le miniere di cui dice di essere proprietario…”

Un articolo molto dettagliato, apparto sia sulla versione cartacea che su quella online del più importante quotidiano americano. Il New York Times, attraverso i giornalisti Sui-Lee Wee, Ryan McMorrow e Tariq Panja, ha posto i riflettori sul Milan e più in particolare sul suo proprietario Yonghong Li e sul Guizhou Fuquan Group, indicato nel curriculum ufficiale consegnato al CdA rossonero come il suo principale asset. Nonostante venga definito come proprietario della più grande miniera di fosforo cinese, il Times scrive che l’impero minerario descritto da Li “era a malapena conosciuto. Inoltre, ci sono forti dubbi sulla reale proprietà della miniera, che apparterrebbe invece a Guangdong Lion Asset Management, una società che ha cambiato ben quattro proprietari negli ultimi due anni. Tra loro c’è Li Shangbing, che appare come rappresentante legale di Sino-Europe Asset Management, una delle scatole cinesi con cui sette mesi fa è stato acquistato il Milan. Costui ha detto al Times di non conoscere Yonghong Li, ma il quotidiano americano li collega, oltre che per Sino-Europe, anche per una disputa legale che ha riguardato il patron rossonero e la Guangdong Lion. I tre giornalisti del NYT hanno visitato gli uffici di Guangdong Lion a Guangzhou lo scorso agosto, trovandoli “chiusi, con un avviso di sfratto alla porta; all’interno, le scrivanie e le sedie erano in disordine, i computer erano privi di disco fisso e i vermi infestavano un cestino della spazzatura“.

La curiosità riguardante la miniera di fosforo – oltre al fatto di aver cambiato per quattro volte proprietario, di cui due volte a costo zero – è che quasi tutti i proprietari si chiamano Li: Li Shangsong, Li Shangbing, Li Qianru, Li Yalu ed infine Zhang Zhiling. Come si intuisce, non è semplice ricostruire la ragioni di queste operazioni e quanto abbiano a che fare con il Milan. Il Times, poi, ricorda i precedenti di Li Yonghong e della sua famiglia: “Nel 2013, l’autorità di sicurezza ha multato Mr. Li di 90.250 dollari (circa 76.500 euro al cambio attuale) per la mancata comunicazione della cessione di azioni per 51,1 milioni di dollari (circa 43,3 milioni di euro al cambio attuale). Nel 2004 secondo The Shanghai Securities News, l’organo di informazione ufficiale dell’autorità di sicurezza cinese, l’azienda di famiglia di Mr. Li, la Guangdong Green River Company, si è associata con altre due compagnie per truffare più di 5.000 investitori per 68,3 milioni di dollari (circa 57,8 milioni di euro al cambio attuale). Il papà e il fratello di Mr. Li furono condannati alla prigione. Mr. Li secondo il resoconto venne investigato ma non accusato di comportamento scorretto“.

I diretti interessati, contattati dagli americani, non hanno voluto commentare: Yonghong Li attraverso il Milan ha rifiutato un’intervista; Rothschild, advisor di Mr. Li nella trattativa con Berlusconi, ha preferito non commentare; Li Shangbing in un’intervista telefonica ha detto di non conoscere Li Yonghong, ha negato di aver costituito Sino-Europe e di possedere quote del Milan, rifiutandosi di rispondere ad altre domande. Il Milan non ha voluto rilasciare commenti su Li Shangbing, ma un portavoce del club ha detto che il controllo di Mr. Li sulla miniera è stato verificato dagli avvocati e dalle banche coinvolti nella trattativa. Lo stesso portavoce ha detto che Li non aveva nulla a che vedere con le accuse ai parenti ed è stato una vittima nel caso giudiziario con Guangdong Lion, mentre la multa da 90.250 dollari si spiegherebbe con la sua poca familiarità con le regole di borsa. Il NYT non è riuscito a rintracciare Chen Huashan, legale rappresentante di Sino Europe Sports Investment Management, la persona che più di un giornalista ha identificato come prestanome di Li Yonghong.

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