Storia di un ex, Vitali Kutuzov: bottino di un trasferta europea

20 settembre 2001. Sono passati appena nove giorni dall’attentato alle Torri Gemelle e, benché il cuore pulsante dell’America e del mondo intero sia ancora straziato dalla sanguinante ferita inferta dal terrorismo, l’UEFA decide di non arrestare il proprio “circo” fatto di regolamenti, incontri e (tanto) denaro.

Il Milan si ritrova, così, in quel fresco 20 settembre, un giovedì, impegnato a Minsk, contro i padroni di casa del BATE Borisov, nel match di andata del primo turno di Coppa Uefa.

I rossoneri archiviano agilmente la pratica, rifilando un secco 2-0 ai bielorussi e, oltre al successo, un po’ come gli Achei Omerici, arricchisco il loro bottino di una punta autoctona, che si è ben distinta nel corso della gara: Vitali Kutozov.

Dell’esperienza rossonera dell’ex BATE c’è ben poco da narrare, dato che con in dosso la casacca del Milan è riuscito a disputare solo due incontri, senza, peraltro, lasciare alcuna traccia di sé.

Dal 2002 ha, dunque, avvio un vorticoso giro di squadre per Kutuzov, che veste nell’ordine le maglie di Sporting Lisbona, Avellino, Sampdoria, Parma e Bari, riuscendo a mettersi in mostra solo con gli irpini allenati da Zdenek Zeman.

Sulla sua carriera, però, la macchia più brutta e infamante è quella, extra-sportiva, della squalifica per calcio-scommesse, comminata dalla F.I.G.C. nel 2013.

Dopo aver scontato la pena, Kutuzov, a 33 anni, è un calciatore finito. Decide, pertanto, di ripartire dalla sua passione, l’hockey sul ghiaccio, che rende il suo nuovo mestiere, dando avvio a una carriera come portiere dall’Hockey Club Diavoli Rossoneri.

 

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