La solitudine dei numeri primi: Gigio, i teatrini sono finiti. Ora testa bassa e pedalare

Prima di questa crisi infinita  a tenere banco in casa Milan, da quest’estate fino a pochi giorni fa, è stato il caso Donnarumma. Prima il non rinnovo, poi il rinnovo a sei milioni con relativo ingaggio del fratello, fino alla storia recente della lettera mandata dall’entourage del portiere con la famosa ‘pressione psicologica’ che poi si è scoperto fosse stata inviata al Milan prima del rinnovo, nei giorni della contestazione durante l’Europeo Under 21. ma che ha scoperchiato di nuovo il vaso di Pandora degli ultras milanisti, stufi di questo teatrino tra Gigio, Raiola e la società.

Tutto scritto e riscritto e che ha anche annoiato abbastanza. Ma in tutti questi mesi il numero 99 milanista non sembrava aver sofferto questo scetticismo e questa estate travagliata. Le prestazioni sul campo erano state accettabili, con qualche sbavatura e alcuni miracoli, come quello contro il Torino allo scadere. Fino alla gara con l’Atalanta, dove Donnarumma è stato protagonista in negativo. In due occasioni, sul gol di Cristante dove non ha bloccato il colpo di testa di Caldara, ravvicinato ma lento e sul finire del primo tempo quando ha preso gol sotto le gambe. Per sua fortuna il gioco era fermo ma il brusio dei 45 mila si è sentito eccome. La sensazione è che d’ora in avanti ogni volta che il Milan perderà Donnarumma rischia di essere il primo bersaglio di fischi e insulti.

Il ragazzo resta un predestinato, un fenomeno per talento ed esperienza alla sua età ma è arrivato il momento di stare meno sui giornali e di tornare a essere un valore aggiunto per questa rosa. Poi le strade potranno dividersi o potrà decidere di lasciare Raiola per una vita calcistica, forse meno ricca ma sicuramente più tranquilla , ma fino a che vestirà questa maglia dovrà mantenere un profilo più basso. Le distrazioni extra calcistiche e i polveroni creati dal suo procuratore non saranno più tollerati se andranno a ricadere sulle prestazioni. Domani ci sarà il derby, l’occasione migliore per smentire lo striscione esposto contro il Verona e confermare le parole di Silvio Berlusconi che ha definito il portiere un fuoriclasse.

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