Più che una stagione è una serie horror: qualcuno ci svegli da questo incubo

Un po’ come quando dormi. Il sogno, la scena, l’incubo. Brividi. Poi apri gli occhi, ti svegli. Non è realtà: “Stavo solo sognando”. Per chi ama il Milan, quest’anno, va così. Peccato ci si fermi ai brividi. Perché a volte capita. Il sogno, la scena, l’incubo. Brividi. Sgrani gli occhi: “Oddio, sta succedendo veramente”. Il diavolo (con la “d” minuscola) si è preso la stagione del Diavolo (con la “d” maiuscola). E noi tifosi restiamo pubblico impotente di una serie horror dal finale scritto.

Valutare Gattuso dopo quattro giorni da mister non sarebbe intellettualmente onesto. Ma il messaggio che consegna la battaglia (persa) di Benevento è piuttosto esplicito. Nessuno, nell’attuale Milan, merita di rappresentarne i colori: chi mette i soldi, chi gestisce, chi gioca. Perché chi mette i soldi sceglie chi gestisce. Chi gestisce compra chi gioca. Chi gioca sta in campo e rappresenta tutti gli altri. Per questo è un peccato comune. Col senno di poi è facile dirlo. Ma, ai fatti, le cose stanno proprio così.

FOTOGRAFIA DI UNA STAGIONE

Il Milan di Benevento è la fotografia di una stagione: quando ci sono tutti i presupposti per fare bene questa squadra fallisce. Sempre, con una bella dose di sfortuna, ma sempre. E oggi, quei presupposti, c’erano proprio tutti. Il popolo rianimato, l’entusiasmo tutt’a un tratto risvegliato, la prima del nuovo mister contro l’ultima della classe. Tutto in fumo, come al solito. In un pomeriggio in cui l’impossibile diventa possibile, per mezzo dell’impossibile. Il Benevento fa il primo punto in Serie A contro il Milan, con gol all’ultimo minuto di uno che di ruolo fa il portiere.

E’ giusto scandirlo per bene. Primo punto in Serie A. Contro il Milan. All’ultimo minuto. Con gol del portiere. Insomma, di più illogico della stagione del Milan c’è solo il gol del Benevento. Paradossalmente quella che doveva essere la gara della svolta per la banda di Gattuso, è diventata svolta per De Zerbi e i suoi ragazzi. Che, peraltro, se la sono presa meritatamente. Perché, parliamoci chiaro: sfortuna finale a parte, il Milan di oggi non meritava tre punti. Non si è visto praticamente nulla. Due gol, un briciolo di grinta iniziale e poco altro. Troppo poco. Signori, noi siamo il Milan e loro il Benevento. Non la Juve, il B-e-n-e-v-e-n-t-o (con tutto il rispetto per loro, che oggi meritavano assai).

TUTTO SBAGLIATO

E chi diceva che era il momento giusto per esonerare Montella? Adesso non avete scuse. Perché il disastro di oggi conferma il paradosso clamoroso delle tempistiche della cacciata. Poteva essere una mossa assai furba: releghiamo a Gattuso il filotto più ammaliante del campionato e i tifosi si metteranno il cuore in pace. Ma, evidentemente, non avevano fatto benissimo i conti. O meglio: si erano dimenticati di un fattore tutt’altro che secondario. Questa squadra non ha ben chiaro come si faccia a vincere, indipendentemente dall’avversario. Ecco, purtroppo quello scenario che avevano escluso si è trasformato tragicamente in realtà: il povero Rino è messo peggio di Montella. Con Brignoli che, guarda caso, esulta proprio con l’aeroplanino.

E noi? Mentre l’altra Milano si diverte, noi ci vergogniamo. Il sogno, la scena, l’incubo. Brividi. Poi sgrani gli occhi: “Sta succedendo veramente”.

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