Pedro, leader dei Finley: “Gara con la Fiorentina è come un derby. Al Milan voto 5”

Manca un ultimo ostacolo prima di chiudere il 2017 e concentrarsi sull’anno che verrà. Il Milan è atteso al Franchi dalla Fiorentina e per Gattuso serve una conferma in campionato dopo la vittoria nel derby di Coppa Italia. Uno scontro vissuto con agonismo anche all’interno della band dei Finley, con il leader Marco Pedretti di fede rossonera, mentre il bassista Ivan è viola: È un vero e proprio derby. Negli ultimi anni ci stiamo però consolando a vicenda. Le vicende societarie e l’addio di molti giocatori cui Ivan era affezionato lo hanno un po’ segnato”, spiega Pedretti, detto Pedro, in una lunga intervista a Violanews. Sulla nuova guida cinese le idee sono chiare: “Credo che sia molto importante la vicinanza della proprietà. L’anno scorso abbiamo vissuto sulla nostra pelle il cambio societario e Montella aveva isolato bene la squadra e l’aveva compattata. Una società che dà il proprio supporto è la base di partenza su cui un ambiente può lavorare”.

Credits: Twitter @pedrofinley

Tornando al campo domani sarà assente Kalinic, andato via in estate da Firenze non nel migliore dei modi, un’occasione mancata secondo Pedro: “Magari avrebbe potuto raccogliere i giusti stimoli per sbloccarsi, mi piace come giocatore, anche se in questo momento ha poco supporto da parte dei tifosi. La prestazione di Cutrone mostrata nel derby inoltre non lo aiuterà a ritrovare il suo posto, perché questo giovane attaccante sta mostrando delle qualità impressionanti”. Protagonista della stracittadina oltre a Cutrone è stato Antonio Donnarumma: “Fra lo scetticismo generale Antonio ha dimostrato che può valere. Non dico che possa difendere sempre al meglio la porta del Milan, ma non si è dimostrato un flop, anzi ha salvato il risultato su Joao Mario. Non è facile giocare in uno stadio che ce l’ha con te per motivi extra-campo, soprattutto in una partita così”. Un gara giocata un giorno dopo rispetto a Lazio-Fiorentina e finita oltre i tempi regolamentari, ma che per il leader dei Finley non costituisce un problema: “Valgono piuttosto l’energia mentale, la sicurezza e la cattiveria che vengono recuperate con la vittoria nel derby. Credo sia stato il successo più importante dell’anno: in Serie A sono arrivate solo sconfitte contro le squadre che stanno davanti ai rossoneri in classifica e quindi serviva una boccata d’ossigeno”.

La stagione rossonera è iniziata infatti con grandi aspettative, ma il campo ha raccontato una storia diversa: “È una squadra che genera brividi sia nel bene che nel male. Si passa velocemente dallo sdegno e dalla disperazione alla gioia più grande per la vittoria nel derby di Coppa. I rossoneri, come i viola, hanno cambiato di più a inizio stagione. Pioli però è riuscito a compattare un ambiente non semplice, cosa che a Montella non è riuscita“. E come a ogni fine anno si tirano le somme, ma il bilancio del 2017 non è visto in maniera positiva da Pedretti: “Quella del Milan non può essere un’annata sufficiente, come voto in pagella dico 5 e sono generoso. Alla gioia dell’Europa League arrivata ‘al ribasso’ non sono state contrapposte le giuste aspettative. I giocatori stanno rendendo molto al di sotto rispetto a quello che possono dare, soprattutto Biglia e Calhanoglu, che non hanno dimostrato nulla del loro effettivo valore”. Sulle possibilità di un Milan in Europa anche nel 2018 resta però aperto uno spiraglio: “Credo che la favorita sia l’Atalanta, ma il Milan può ancora dire la sua. La scossa data dal successo del derby può dare fiducia e magari risollevare la stagione”, conclude il leader dei Finley.

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