Storia di un ex, Maurizio Ganz: El segna semper lù

Tanti e sempre creativi i soprannomi nel mondo del calcio, eppure, non era mai successo, prima di Maurizio Ganz, che qualcuno passasse alla storia per il coro che la Curva gli omaggiava ogni domenica: El segna semper lù.

Ganz nasce a Tolmezzo nel 1968 e, da attaccante giramondo qual è, cambia ben 13 maglie in 20 anni tra i pro; nessuna, però, gli è mai rimasta dentro come quella del Milan.

E pensare che la sua prima sbandata milanese è per l’Inter, che lo preleva dall’Atalanta per 8 miliardi di lire. In nerazzurro Maurizio segna 37 gol in poco meno di due anni, ma, nel dicembre ’97, decide di cambiare aria e di passare al Milan di Fabio Capello, che lo acquista per la cifra irrisoria di 1,5 miliardi di lire. Tra Ganz e Milan è subito amore a prima vista, suggellato dal gol all’esordio nello 0-5 di Coppa Italia rifilato proprio alla sua ex squadra, con annessa esultanza scalmanata. L’anno dopo c’è lo scudetto, il sedicesimo della storia rossonera, cui Ganz prende parte, segnando 4 reti in 20 partite, tutte decisive per la rincorsa sulla Lazio: indimenticabili, in particolare, i gol vittoria contro il Parma e, soprattutto, al 94′ contro la Sampdoria.

Di lì a poco l’esperienza milanista  sarebbe finita per Maurizio, che nel gennaio ’00 passa al Venezia per poi proseguire il suo tour d’Italia sino alla Pro Vercelli, dove chiude la carriera.

Oggi, da padre di Simone Andrea, allena squadre dilettantistiche e fa l’opinionista in TV, portandosi dietro sempre il suo immancabile soprannome.

Tanti auguri El segna semper lù per i tuoi 49 anni.

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