Storia di un ex, Stefano Eranio: un genoano d.o.c. di passaggio a San Siro

L’asse di mercato Genova-Milano ha rappresentato, negli anni ’90, una delle chiavi di volta dei grandi successi del Milan Berlusconiano. Non a caso, i rossoneri, quando nel 1992 si preparano all’imminente ritiro di Mauro Tassotti, individuano il suo sostituto in Stefano Eranio, genovese e genoano d.o.c., prelevato dal Grifone per 9 miliardi di lire.

Eranio, promettente esterno destro, si è messo in mostra in rossoblu, prima, nell’anno della promozione e, poi, in quello dello storico quarto posto e della qualificazione in Coppa Uefa, sotto la guida di Osvaldo Bagnoli. In rossonero è, tuttavia, impiegato con minore continuità  da Fabio Capello (98 presenze), a causa dei numerosi infortuni che lo colpiscono. In specie, la rottura del tendine d’Achille gli impedisce, anche, di partecipare a USA ’94, alla cui qualificazione ha contribuito in maniera decisiva, segnando il gol del 2-2 contro la Svizzera al 90°.

Dopo tre stagioni in rossonero, a causa di screzi con l’allenatore Arrigo Sacchi, decide di non rinnovare il contratto, accettando l’offerta del Derby County, dove rimane fino al 2001, in veste di capitano e osservatore.

Tornato in Italia, nel febbraio 2002 si accorda con la Pro Sesto, formazione di Serie C2, dove, per due stagioni, ricopre il ruolo di calciatore e vice allenatore, e dove chiude la carriera a 37 anni.

Dopo il ritiro, allena i Giovanissimi Nazionali del Milan e la Primavera del Genoa. Nel 2015, viene chiamato da Panucci come vice nella sua nuova esperienza livornese, ma si dimette, poco dopo, per motivi familiari. Oggi ricopre il ruolo di opinionista televisivo.

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