Storia di un ex, Seedorf: quel regalo nerazzurro che diventò una bandiera del Milan

Per comprende appieno la magnificenza della carriera di Clarence Seedorf basterebbe scorrere il suo palmarès costellato da decine di trofei nazionali e internazionali.

L’olandese, approdato, dopo tre anni di Ajax, alla Sampdoria, viene ben presto ingaggiato dal Real Madrid, dove, già a 22 anni, riesce a conquistare il tetto del mondo.

Clarence, nel 2000, decide, però, di tornare in Serie A, sposando il progetto dell’Inter di Marcello Lippi. Tuttavia, dopo anni di delusioni nerazzurre, cede alle avances dei cugini milanisti e, nell’ambito di uno scambio “alla pari” con Coco, passa alla corte di Carlo Ancelotti.

In rossonero Seedorf vince tutto, diventando uno dei simboli di quella squadra immortale, che è costretto a lasciare, dopo dieci stagioni, a causa di alcune incomprensioni con il mister Allegri. Il “professore” chiude, pertanto, la carriera al Botafogo, ma, dopo solo un anno di assenza, torna in Italia per vestire i panni di allenatore del “suo” Milan.

L’esperienza sulla panchina rossonera non è stata molto fortunata e, ancor’oggi, a distanza di tre anni dalla separazione col club meneghino, Seedorf non è riuscito a trovare un club europeo disposto a dargli fiducia.

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