Milan, dai le carte: niente assi in campionato, puntiamo sulle Coppe

Non ho ancora compreso lo stop del campionato di metà gennaio, certamente legato ai lavori natalizi. L’Italia in crisi politico-sociale ancor prima che calcistica, ha scimmiottato come fa spesso le cose degli altri, direi piuttosto male: in Inghilterra si gioca il 26, il 28 e il 31 dicembre, nonché 2 o 3 gennaio. Insomma, si gioca sempre, noi invece abbiamo rimesso la novità del 30 dicembre (nel 1990 si giocò pure un Milan-Juventus, 2-0 per noi) ma non vi sono altre tracce di questo “campionato in campo a Natale” tanto sbandierato, come se bastasse una partita prima del brindisi ad equipararci agli altri. Tant’è, si torna sull’erba con certa curiosità ma colmi di dubbi: qual è il destino di quest’altro opaco campionato rossonero? Scorrono sotto i miei occhi le immagini d’oro di un Milan che fu sfogliando il nuovo almanacco edito dalla Panini, mentre le ultime sei stagioni sono ancora e sempre pagine bianche e anonime. E all’anonimato nazionale dobbiamo rassegnarci anche quest’anno: ben che vada, a meno di dolci cataclismi, graditi quanto improbabili, si deve agganciare ancora una volta il treno per l’Europa League.

Ecco perché, nella speranza che le parole di Gattuso (“La sosta ci ha fatto bene, dovevamo ricaricarci mentalmente”) corrispondano ai fatti, la trasferta di Cagliari dà il via a un mini-ciclo importante: dopo i sardi la Lazio, di nuovo Lazio in Coppa Italia (entrambe le sfide a San Siro) e la trasferta di Udine. Il Milan deve farci capire cosa vuol fare di questo primo scorcio di 2018: in un torneo che lo vede ai margini dopo le illusioni estive, diviene quanto mai importante calare le Coppe nella partita con la sorte, scavalcando la Lazio e approdando a Roma per la finale di Coppa Italia, nonché fare più strada possibile in Europa in una competizione che pare l’unica e ultima strada rimasta per arrivare dinnanzi, in caso di successo finale, alla porta principale della Champions League. Fantacalcio? Può darsi.

Non sappiamo quanto il tifoso si conceda ai sogni e quanto entusiasmo abbia di rivedere i suoi cercare di racimolare punti. Vorrebbe vedere la fine di questo Milan agonico, vorrebbe vedere più fiducia e sicurezza nei suoi mezzi, vorrebbe risvegliarsi a primavera con qualche stimolo in più e non restando per l’ennesima volta chiuso in casa mentre fuori splende un sole che invoglia a uscire all’aria aperta. A Cagliari si chiuse nel peggiore dei modi la stagione scorsa, un ininfluente 2-1 per i sardi che rappresentò comunque l’ultimo schiaffo a una stagione da dimenticare nonostante l’Europa League presa per i capelli. Tanto è già stato compromesso ma non tutto è ancora perduto: anno nuovo, Milan nuovo. Per favore.

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