Storia di un ex: Alexandre Pato, il papero con le ali troppo fragili per volare come i cigni

L’attesa è  finita! A sei mesi dal suo acquisto ufficiale, il mondo rossonero può finalmente scoprire, nel primo match del 2008, di che pasta è fatto Alexandre Pato, diciottenne brasiliano, per il quale la società di via Turati 3 ha investito 25 milioni di euro, vincendo la concorrenza delle big del calcio europeo.

Il papero, con l’apparecchio ai denti, la maglia a collo alto e il suo andamento dinoccolato, eredita la n.7 che fu di Sheva e compone, proprio contro il Napoli per la prima volta in stagione, il “Ka-Pa-Ro”, un trio d’attacco tutto samba, che già fa sfregare le mani al goloso pubblico milanista.

Pato mostra subito di avere un certo feeling con i partenopei, deliziando l’esigente platea di San Siro con giocate da campione e segnando, all’esordio, anche la rete del definitivo 5-2. In quell’incontro, Alexandre combina di tutto: gol, assist, conclusioni e dribbling a profusione e, perfino, un tentativo (maldestro, a dire il vero) di riparare la rete della porta napoletana, bucatasi a suon di tiri.

Tante e quasi tutte decisive le marcature rossonere del del n.7 brasiliano, a partire da quella nello 0-1 di Firenze, che lancia il Milan in zona Champions nel 2008, per, poi, proseguire con la doppietta nel derby vinto 3-0 o il gol del definitivo 1-2 in un sofferto Chievo-Milan del 2011, o, ancora, il doppio sigillo del Bernabeu.

Il Napoli ha, però, nel cuore di Pato un posto speciale, e il brasiliano si ripete, pertanto, contro gli azzurri sia nel 2009, quando segna il gol che apre le danze nel 2-2 del San Paolo, sia nel 2011, in cui suggella, con un meraviglioso tiro a giro da fuori, il 3-0 finale.

Purtroppo, dopo 150 incontri e 63 reti in rossonero, iniziano i problemi fisici, tanti, troppi e continui, accompagnati da un rendimento altalenante e una discussa love story con la figlia del patron Berlusconi, che bloccherà la cessione dell’amato al P.S.G., mandando in fumo l’affare Tevez-Milan.

Lo spazio in squadra si riduce sempre di più e Pato, fuori forma e goffo nei movimenti, viene spedito per la modica cifra di 15 milioni di euro al Corinthians, dove inizia quel lungo tour che lo porta dalla Spagna alla Cina, passando dall’Inghilterra e, nuovamente, dal Brasile.

Oggi, ad appena 28 anni, la sua carriera si può considerare già al culmine, in compenso ai tifosi milanisti resterà sempre impressa nella memoria l’immagine di quel papero che per qualche tempo si tramutò in un cigno.

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