André Silva flop: il portoghese di nuovo rimandato

Nemmeno l’aria di Europa, quella che sinora gli aveva portato discreta fortuna, è servita per rinvigorirlo. Già immusonito dalle numerose panchine e dai troppi scampoli di partita che gli concede sovente Gattuso, il portoghese ieri sera non ha dato comunque prova per smentire il suo allenatore. Il caso André Silva è qualcosa di spiacevole: costato 38 milioni in estate, ben sponsorizzato da un certo Cristiano Ronaldo e investito di aspettative miste a curiosità, Silva non è stato sinora brillante come il suo omonimo, che però si chiamava Thiago e faceva il difensore.

Ieri sera, in una partita pur libera da eccesive tensioni, il portoghese ha sbagliato quanto più si potesse sbagliare. Se con la Sampdoria era entrato con il piglio giusto, dialogando coi compagni con grande scioltezza e senza perdere un pallone, sacrificandosi nonostante ciò nelle conclusioni a rete, contro il Ludogorets non ne ha azzeccata una. Troppi tocchi, troppa titubanza, troppo tutto. Un corpo estraneo in un Milan che funziona, un individuo solo come in una stanza piena di gente che però non riesce a vederlo o ad ascoltarlo. Restiamo convinti che non può aver perso tutti i numeri con i quali si era presentato a Milanello: l’età è dalla sua, di certo dovrebbe acquistare in rabbia e senso del gol, giocando più sporco e non sempre cercando di indossare lo smoking.

In un paese che vuole tutto e subito, e in uno stadio difficile come San Siro, per André Silva la strada continua ad essere in salita. Gattuso a fine partita ne difende le qualità  com’è giusto che sia, seppur in partita lo abbia redarguito verbalmente più volte. Il Milan brillante dell’ultimo periodo può permettersi di aspettarlo e lui può crescere in un ambiente che ora funziona ed è alleggerito dalle grane e dalle preoccupazioni. Che paiono essere tutte dentro l’animo del portoghese: se il contesto gli può essere d’aiuto, resta comunque compito di lui stesso trovare la molla per giustificare il suo oneroso cartellino.

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