Cura Gattuso, la società sta vincendo la sua scommessa. Ma Montella doveva essere congedato prima

L’operato di Gattuso – fino ad ora – è un capolavoro. Il Milan vince e convince, difende e domina, corre e gioca bene. E di chi è il merito se non di Gennaro Gattuso? E’ inevitabile attribuire il 99% del merito appunto al nuovo (ormai neanche troppo) tecnico milanista, che in meno di tre mesi è riuscito a dare un’anima – preventivabile – ma soprattutto un’identità tattica a questa squadra, a questi ragazzi che fino a Natale venivano considerati non meritevoli di indossare la maglia rossonera, sopravvalutati e inadatti al progetto che la società si era prefissata. Gattuso sta dimostrando che non è così.

99 abbiamo detto, ma manca ancora qualcosa. Il principio di questo capolavoro – così l’abbiamo incautamente e definito – è inevitabilmente imputabile alla società, Massimiliano Mirabelli su tutti, che ha deciso di puntare su Rino – fino a quel momento mister della Primavera – nonostante la sua inesperienza nelle grandi piazze e i recenti (e sfortunate, per non dire fallimentari) esperimenti “canterani” che hanno visto protagonisti prima Pippo Inzaghi e poi Christian Brocchi. Dunque quell’1% residuo di merito vogliamo darlo a Marco Fassone e al DS rossonero, che più di ogni altro, più di Gattuso stesso, ha creduto nel tecnico calabrese. A quella società che – tanto criticata dopo i risultati di inizio stagione – per il momento (e con i dovuti scongiuri) sta vincendo la sua scommessa.

Così poco? Solo l’1%? Bè, si fa per fare effetto, si per giocare. Ma allo stesso tempo ci pare giusto non esagerare con le congratulazioni alla dirigenza rossonera, abbassare un pochino la percentuale. Non tanto per la scelta – che abbiamo appena condiviso -, ma piuttosto per le tempistiche. Montella – a questo punto è palese – andava congedato prima. L’attuale allenatore del Siviglia infatti ha dimostrato dopo poche partite di non essere capace di trovare un sistema di gioco idoneo alla sua squadra, di conferirle una minima idea di gioco, di collocare in campo i nuovi acquisti. Le avvisaglie ci sono state insomma. Ma così è andata, questo momento è troppo bello per giocare al gioco delle colpe e dei meriti. Guardiamo avanti e godiamoci Rino Gattuso.

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